Causeway: un film indie che mostra le difficoltà dopo un trauma. Recensione

Un soldato tornato dall’Afghanistan deve fare i conti con la sua disabilità causata da un forte shock capitatogli durante il suo servizio militare.

Causeway è una pellicola uscita il 4 novembre sulla piattaforma streaming Apple TV+. Si tratta di un film che racconta il percorso di riabilitazione che una persona deve affrontare dopo aver subito un trauma di qualsiasi tipo, superando diversi ostacoli e sconfiggendo molte difficoltà e paure.

La protagonista di questa storia è Lynsey (Jennifer Lawrence, nota attrice per film come “Il lato positivo” e la saga “Hunger Games”), un ingegnere militare appena ritornata negli Stati Uniti. La soldatessa è stata costretta a lasciare il campo di battaglia dell’Afghanistan a causa di un incidente: la sua auto è saltata in aria e questa esplosione le ha causato dei danni celebrali, più precisamente un’emorragia celebrale.

Quindi, tornata negli USA, deve affrontare un periodo di riabilitazione lungo e faticoso, dal momento che non può più neanche camminare. Grazie all’aiuto della sua infermiera, Lynsey riacquisisce la sua mobilità: ritorna a camminare, a mangiare, a guidare, a lavarsi e a vestirsi da sola.

Finita la sua fisioterapia, ma sempre costretta a imbottirsi di farmaci per tenere a bada i suoi vuoti di memoria, gli attacchi di panico e gli incubi notturni, ritorna nella sua città natale: New Orleans.

Qui, si vedrà costretta a fare ritorno alla casa della madre, dove viveva da ragazza con suo fratello, ma anche da dove è fuggita perché con lei non aveva un buon rapporto. Cosa che non è cambiata; infatti, pur essendo tra le mura domestiche, al sicuro, non riesce a rilassarsi e la sua salute non migliora come dovrebbe.

Pur di non stare a casa, Lynsey trova lavoro come pulitrice di piscine, ma il suo pick-up si guasta e lei, dopo l’ennesimo attacco di panico, lo porta in un’officina. Qui, incontra James Aucoin (Brian Tyree Henry, noto attore per film come “Family” e “Bullet Train”), un giovane uomo con il quale sembra non avere nulla in comune ma che, invece, diventerà il suo migliore amico.

I due diventano buoni compagni perché, conoscendosi, scoprono i traumi l’uno dell’altra, ed entrambi capiscono che per superare i loro turbamenti, devono prima accettarli, per poi sconfiggere i demoni che provano a farli cadere nel baratro della follia.

Durante la sua vita “normale”, fuori dal campo militare, Lynsey si reca dal medico per le sue visite di routine, con lo scopo di ritornare al più presto in servizio. I continui rifiuti del neurologo fanno innervosire ed agitare la soldatessa perché, come da ragazza, tutto quello che vuole è fuggire dalla città, ma soprattutto allontanarsi il più possibile dalla madre.

Riuscirà, quindi, a farsi riabilitare per il servizio militare o sarà costretta a trascorrere il resto della sua vita in un posto che la fa sentire peggio del campo di combattimento? Il film è diretto da Lila Neugebauer, nota regista teatrale di opere come “Arcadia” e “Adeguata” e di pellicole come “La Stanza 104”. La produzione è di A24, Excellent Cadaver e IAC Films, mentre la sceneggiatura appartiene a Luke Goebel, Elisabeth Sanders e Ottessa Moshfegh.

Causeway è un film di genere drammatico che affronta il tema della riabilitazione dopo un forte trauma subito in guerra. L’elemento che subito si nota è la mancanza di flashback durante i racconti dei personaggi. Solitamente, in questo genere di film ma anche in tutti gli altri, quando un personaggio racconta si vedono le immagini del ricordo.

In questo caso, avremmo dovuto vedere Lynsey in guerra durante il suo incidente. Oppure, mentre racconta, sentire gli spari e le esplosioni nella sua testa. Invece qui non abbiamo nulla di tutto questo: mentre la protagonista narra, noi non vediamo altro se non il suo viso sconvolto, come succede nella realtà: quando qualcuno ci racconta qualcosa non vediamo o sentiamo nulla, mentre il narratore sì.

In questa pellicola si è voluto dare questo senso di realismo. D’altronde, il campo più usato della regista di questo film è il teatro, dove c’è realismo e non vediamo nella testa dei personaggi. Un’altra cosa da evidenziare è il ritmo del film, ovvero come procede.

Il film dura all’incirca un’ora e mezza ma con le sue tempistiche sembra il doppio. Non per noia, anzi è molto avvincente e ti tiene incollato allo schermo, ma per la lentezza della pellicola stessa e dei personaggi. L’andatura del film accompagna il lento recupero della protagonista e la sua vita, che si muove in punta di piedi e con calma, con un ritmo che una soldatessa traumatizzata può sopportare.

Causeway è un film di guerra come pochi, affrontando il tema in modo diverso e più introspettivo, per comprendere lo stato d’animo della protagonista. Un film interessante che vale la pena di guardare, anche se non siete amanti del cinema “bellicoso”, perché in questo film, sebbene il tema centrale sia il trauma della battaglia, non c’è una singola scena che rimanda a quell’ambiente.