Drive, l’amore tra neon ed eroi silenziosi ormai diventato un cult. Recensione

Disponibile ora su Netflix Drive è un film del 2011, firmato da Nicolas Winding Refn con protagonisti Ryan Gosling e Carey Mulligan, di cui al momento dell’uscita si parlò poco ma che con gli anni è diventato un cult. Un termine sicuramente appropriato per un film che, data la sua influenza sul mondo del cinema, può essere definito come uno dei migliori del nuovo millennio.

Neon ed inseguimenti

Drive è un film estetico, uno di quei film che non si può apprezzare a fondo se ciò che si cerca è la mera trama. Drive è prima di tutto un film da vedere con gli occhi, cosa che può suonare strana detta per un film, ma che si può capire osservando le sequenze in auto del film e la scelta dei colori usati.

L’uso dei neon, delle luci della città e dell’elemento notturno formano dei veri e propri quadri in movimento, riflettendo in modo magistrale lo stato d’animo del protagonista facendoci sentire come in una messa in scena di un quadro di Hopper.

Il film ha una regia volutamente lenta, lascia il tempo di analizzare la fotografia (curata da Newton Thomas Siegel) e ogni sua sequenza per potersi godere al meglio la sua realizzazione. Ma l’azione nel film è lenta e i tempi sono dilatati anche perché riflette lo stato d’animo dei protagonisti, ed esplode solo quando le loro emozioni fanno la stessa cosa accelerando con essi.

Importante anche l’uso dei silenzi e i giochi di sguardi. Spesso ci capita di imbatterci in scene in cui i personaggi comunicano più con il loro corpo che con le loro parole. Refn fa così un uso sapiente del silenzio capendo come non serva avere per forza un dialogo per dire qualcosa, ed in questo viene supportato al meglio dai suoi attori e dalla loro recitazione.

Il Pilota

Il nome del protagonista non ci viene mai svelato. È un protagonista atipico quello di Drive, apatico e silenzioso, non sembra provare emozioni e solo la guida sembra risvegliarne l’animo. Stuntman durante il giorno e pilota per rapinatori e criminali di notte le sue emozioni non sono mai messe a dialogo ma dobbiamo percepirle attraverso il suo volto e le sue azioni.

Ryan Gosling si rivela la scelta perfetta nel ruolo del protagonista di cui non sappiamo nulla, bravissimo nel far parlare il suo corpo e far trasparire le sue emozioni con questo. Perfetta anche Carey Mulligan nel ruolo della ragazza pura e gentile, aiutata da un aspetto perfetto per la parte di bella e innocente.

Un protagonista apatico e senza emozioni dicevamo, ma che cambia dopo l’incontro con Irene. Iniziamo così ad intravedere delle crepe in quest’armatura di silenzio che l’uomo si è costruito intorno a sé.

Un amore silenzioso

In Drive Refn confeziona un amore fatto di sguardi e silenzi, un amore impossibile da realizzarsi ma che riesce comunque a lasciare il segno molto di più delle solite storie romantiche da cinema romantico.

Quello tra i due è un amore prima di tutto platonico che fisico, un sentimento basato sull’essere spiriti affini e sul trovare qualcuno nel mondo che ci possa capire. Un amore che non viene mai consumato, perché non ha bisogno del sentimento fisico, ma che si può percepire.

La storia d’amore tra i due è finalizzata a mostrare come il sentimento e la tenerezza che ne deriva possa cambiare l’animo di una persona. Il pilota, freddo e silenzioso, trova così qualcuno che riesca a fargli provare quell’emozione che non pensava di poter percepire e trova così qualcuno per cui lottare e sacrificarsi.

Due ritmi diversi

Dicevamo che il film è lento e sa come prendersi i suoi tempi, questo fino ad un certo punto. Vi è infatti un evento spartiacque nel film in cui la pellicola sembra esplodere, calmo e silenzioso nella sua prima parte sembra quasi che la violenza, sopita e nascosta fino ad ora, decida di uscire tutta insieme investendo il film.

Lo vediamo anche nella regia che da lenta inizia ad accelerare accompagnando la violenza che viene messa in scena, lo vediamo nelle emozioni dei personaggi che improvvisamente cambiano mostrandoci tutta la violenza del mondo in cui vivono.

Perfetto anche l’uso della colonna sonora, curata da Cliff Martinez, che accompagna al meglio la regia riproducendo i mood del film. Nella prima parte le musiche sono anche loro lente e quasi soffuse mentre nella seconda parte il pop la fa da padrona segnando la svolta più movimentata.

Un film che ha fatto scuola

Come dicevamo in definitiva Drive è uno dei migliori film del nuovo millennio, sia per regia che per sceneggiatura (Hossein Amini riadatta l’omonimo romanzo di James Sallis). Un film che ha fatto scuola per l’uso del suo regista di luci e musica, in un perfetto mix al sapore di neon.