Samusà di Virginia Raffaele è tra le proposte migliori del Teatro Bellini. Recensione

Al teatro Bellini di Napoli è in scena dal 30 novembre al 4 dicembre Samusà di Virginia Raffaele. Lo spettacolo racchiude la quintessenza dell’attrice e comica romana che in novanta minuti ci regala un perfetto esempio di comicità, riflessione e divertimento tutto insieme.

Di rado durante uno spettacolo teatrale di qualunque genere e qualunque autore si percepisce la piena attenzione della platea. Spesso si sente bisbigliare o tossire e a volte perfino russare. Invece nel caso di Samusà, l’attrice e gli acrobati in scena hanno mantenuto la totale attenzione del pubblico dall’inizio alla fine.

Nello spettacolo di Virginia Raffaele si ride tanto, si riflette, ma soprattutto si vive una dimensione onirica e nostalgica perché l’attrice ci prende per mano e ci porta con sé nel suo mondo, quello dei giostrai. Sì perché nel caso questa fosse un’informazione a voi sconosciuta Virginia Raffaele è nata e cresciuta in un Luna Park che apparteneva alla sua famiglia e si chiamava Luneur.

Ed è proprio al Luneur che ci porta, guidandoci in un viaggio che ripercorre la vita dei giostrai e gli avventori del Luna Park in una babilonia di personaggi classici e inediti per un intrattenimento con la I maiuscola che si può trovare solo in uno spettacolo ben scritto e ben interpretato, come in questo caso.

Virginia Raffaele e il suo One Woman Show

Non è la prima volta che Virginia Raffaele porta in scena uno spettacolo tutto suo, nel 2015 ha avuto un grande successo con Performance in seguito al quale ha proseguito la sua carriera di attrice e comica tra serie televisive, cinema, doppiaggio, passando per la conduzione del Festival di Sanremo.

Prima di Samusà, dunque, passano alcuni anni finché l’attrice non ha deciso di tornare al teatro, il suo primo amore con uno spettacolo che evidentemente è un po’ come un ritorno a casa.

La cosa che più di tutto rende questo racconto tenero è il legame evidente che c’è tra Virginia e il suo mondo di origine. Praticamente all’inizio l’attrice racconta che a un certo punto, perché i tempi erano cambiati e non era più di moda le hanno chiuso il Luna Park e quando è successo e lei ha smesso di vivere lì e di occuparsi dello stand del tiro a segno si è sentita come se le togliessero le radici e da quel momento si è sempre sentita fuori luogo in qualunque luogo.

Questa la dichiarazione d’intenti di Samusà, la voglia di ritrovare quelle radici o quantomeno di ricordarle, perché il tema di questo spettacolo forse sono proprio le radici.
La storia racconta un percorso ideale che unisce l’arte circense e giostraia con quella della recitazione così che verso il finale ci si rende conto che i due sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. Il Luna Park in un certo senso non se n’è mai andato da lei e oggi la “giostra” è proprio Virginia Raffaele con il suo talento a trecentosessanta gradi con noi spettatori che paghiamo per i giri.

La regia di questo ottimo prodotto di intrattenimento è affidata a Federico Tiezzi che mette insieme i ricordi di Virginia allestendo il mondo da sogno che è il Luna Park sul palcoscenico.

“Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti”.