Eyes Wide Shut – Il Natale attraverso Kubrick. Recensione

Di Eyes Wide Shut, ultimo capolavoro di quel gigante del cinema che corrisponde al nome di Stanley Kubrick, si è già detto e si dirà di certo ancora molto.

Uno degli aspetti meno osservati del film è sicuramente quello del Natale, elemento che apparentemente potrebbe sembrare semplicemente estetico e di sfondo ma che può aiutare a capire meglio il film.

Natale: il capitalismo al suo massimo

Uno degli elementi che Eyes Wide Shut mostra al meglio è come la società sia divisa in caste dettate dal benessere di una famiglia. L’illusione del mondo moderno di vivere in una società aperta ed egualitaria viene così minata nel corso del film.

A farlo è il rapporto tra i due protagonisti, Alice Harford (Nicole Kidman) e Bill Harford (Tom Cruise), nei confronti dell’amico Victor Ziegler (Sydney Pollack). Un rapporto che vede il ricco faccendiere essere messo su un piedistallo solo per il suo benestare di gran lunga superiore ai due tanto da potersi permettere party natalizi sfarzosi e la facile promessa di regali di lusso.

In questo rapporto vediamo così rappresentata la punta della piramide sociale della nuova società creata dal capitalismo, dove la nuova aristocrazia è rappresentata dai ricchi che dall’alto vedono ed includono o estromettono chi vogliono dalla loro cerchia. Sotto c’è la nuova borghesia ovvero i benestanti con buoni lavori e un’ottima posizione in società come è per Bill, medico rispettato e dall’ottimo guadagno.

Non è un caso che a questo aspetto della società faccia da sfondo la città di New York. Una città che più di tutte è l’emblema del denaro e delle opportunità, che più di tutte dà la sensazione di poter scalare la piramide sociale nella speranza di raggiungere la cima e vivere la schadenfreude data dal guardare dall’alto verso il basso chi non ce l’ha fatta.

E non è un caso che ci siano le luci del Natale a caratterizzare la città e il ballo organizzato dagli Ziegler. Un periodo, quello natalizio, in cui il capitalismo raggiunge il suo periodo d’oro del consumo e in cui la città dalle mille luci si accende ancora più intensamente per ammagliare ancora di più e in cui lo sfarzo la fa da padrona potendo mostrare ancora di più la propria ricchezza.

Natale: tra convenzioni ed apparenze

Natale è anche il periodo dell’anno in cui la società più si maschera delle sue convenzioni e tutti sono tenuti a tenere sotto d’occhio il modo in cui appaiono agli altri, a cercare di dimostrare la loro bontà solo perché ci si trova in un determinato periodo dell’anno.

Una convenzione che la festa in maschera, sempre in bilico tra la realtà e l’onirico, sveste completamente mettendo a nudo la cruda realtà della società. Tutto gira intorno al sesso e al piacere della carne e le persone si muovono in base a quello.

Il film ci mostra così la dualità data dalla necessità di apparire perfettamente calati nei ruoli della società tramite la festa dagli Ziegler con il loro sfarzo e le parole mai fuori posto, mentre la festa in maschera ci cala nella psiche umana e nei veri desideri delle persone mossi dal desiderio del piacere.

Non è un caso che l’avvenimento che porta allo scombussolarsi dell’ordine arrivi dalle avances dell’ungherese Sandor Szavost (Sky du Mont) il quale oltre valica il muro invisibile che separa il convenzionale dal non convenzionale e flirta con Alice. Un turbamento della norma societaria che porta ad un turbamento interiore della donna che poi si rifletterà sul marito Bill.

Natale: un periodo d’intimità

Il Natale è anche un periodo d’intimità, sia famigliare che sessuale. L’immagine tipica imposta dalla società per il Natale è quella della famiglia seduta davanti al camino ad aprire i regali, un’apparenza che una famiglia dell’alta società deve mantenere per dimostrarsi adatta al suo rango sociale.

Natale è così un periodo di intimità famigliare, dove tutte le ferite vengono messe da parte per far posto alla felicità che ci si aspetta di vedere in questo periodo. Un periodo in cui la famiglia, anche se divisa dagli impegni di lavoro del marito e dall’incomunicabilità di coppia, deve indossare una maschera di felicità ed unità.

È un periodo d’intimità sessuale dove il padre e la madre, coppia simbolo della famiglia, devono mostrarsi uniti dando una sensazione di perfezione della coppia. La coppia innamorata e ricca e che non ha difetti, perfettamente rappresentata dalla coppia più rappresentative della Hollywood dell’epoca, nell’intimità della camera da letto può togliersi la maschera e mostrare tutte le sue psicosi, le sue insicurezze e i suoi traumi.

L’ultima scena ci mostra i due traumatizzati dagli avvenimenti, che non ci è dato mai sapere se reali o solo rappresentativi del loro aver messo a nudo i loro sentimenti, e capaci di reagire solo in due modi.

Uno imposto dalla società consumistica, aiuta a sopperire nell’unico modo in cui sa fare ovvero portando i due a consumare e nascondere tutto sotto al tappeto mentre accompagnano la figlia Helena (Madison Eginton) a comprare i regali nell’ultima scena del film.

L’altro dato dal sesso, cercando di ristabilire la più profonda intimità tra i due e superare così i loro desideri più profondi nella speranza di ritrovare una qualche forma di serenità di coppia.

Un film natalizio

In definitiva Eyes Wide Shut è il film natalizio che non ti aspetti. Un film natalizio che lo spirito natalizio lo viviseziona e lo mette a nudo mostrando tutte le sue ipocrisie e tutti i fantasmi della società che lo celebra. Un film che utilizza il periodo più convenzionale della società moderna per mostrare tutte le sue ipocrisie.

Eyes Wide Shut è soprattutto una seduta psichiatrica sul sess0 e sull’effetto che questo porta sulla società e sulle persone, che utilizza l’onirico e il misterioso per mostrarci il ballo in maschera che la società impone alle persone e il marcio dietro alle maschere che queste sono costrette a portare.