Ardente Pazienza: un film Netflix talmente piatto e monotono che ti porterà alla narcosi mentale. Recensione

Una pellicola che racconta una storia molto conosciuta riguardo al grande poeta Pablo Neruda, toccandolo in modo indiretto.

Ardente Pazienza è un film sbarcato sulla piattaforma streaming Netflix lo scorso 7 dicembre 2022. Questa pellicola si basa sul romanzo di Antonio Skàrmeta, intitolato Il postino di Neruda e pubblicato nel 1985. Da questo libro è già stato girato un film, dal titolo Il postino, per la regia di Micheal Radford e con Massimo Troisi nel ruolo del protagonista, uscito nel 1994.

Mario (Andrew Bargsted, noto attore per film come Marilyn e You’ll never be alone) è un giovane pescatore che abita con la sua famiglia a Isla Negra, in Cile. Durante una cena, dove lui e la sua famiglia mangiano il pesce pescato da lui stesso e da suo padre, Mario comunica ai familiari che non vuole più fare il pescatore.

Ammonito dal padre di trovarsi immediatamente un nuovo lavoro, il giovane ex pescatore entra nell’ufficio postale del piccolo villaggio e si propone come postino per consegnare la posta a domicilio. Mario ottiene il lavoro ma, come compito, ha solo quello di consegnare la posta ad una singola persona: il grande poeta cileno Pablo Neruda (Claudio Arredondo, noto attore per film come Los treinta e Juegos de poder).

E così il giovane inizia la sua carriera da portalettere per lo scrittore sudamericano, ammirandolo sempre di più e appassionandosi immensamente alle sue poesie. Durante i suoi consueti viaggi in bicicletta per consegnare la posta a Pablo, Mario nota che un nuovo ristorante sta per aprire nel suo piccolo paesino. Ma, soprattutto, il giovane è attratto dalla bellezza della ragazza che sistema il locale.

Essendo molto timido e insicuro, Mario impiega diverso tempo per farsi coraggio ed entrare nell’ormai aperto ristorante, solamente per conoscere la bella ragazza di cui si è invaghito. Il giovane scopre che la giovane si chiama Beatriz (Viviane Dietz, famosa attrice per film come Amar a morir e Edificio Corona) e fa la cameriera nel ristorante di sua madre.

Da questo momento in poi, Mario non fa altro che pensare a Beatriz e, con l’aiuto del suo ormai amico Neruda, decide di cimentarsi nella scrittura di poesie dedicate a lei e all’amore che lui prova nei confronti della giovane ragazza. I due si corteggiano in modo velato e in punta di piedi, senza mai oltrepassare i confini.

Tuttavia, Mario non riesce ad entrare nelle simpatie della madre di Beatriz, che scopre che i due si stanno facendo il filo a vicenda, e decide di separarli, mandando sua figlia in un’altra città. Mario le scrive dei versi poetici tramite lettere ma Beatriz scopre che quelli che le aveva detto prima di partire, erano versi di Neruda. Offesa ed arrabbiata, la giovane comunica a Mario di non volergli più bene.

Il rapporto tra i due vacilla sempre di più, fino a quando lui imparerà a scrivere poesie che sono frutto della sua mente e del suo lavoro e Beatriz, per celebrare il ritorno di Pablo Neruda in paese, si ripresenta al ristorante della madre.

Neruda era partito per partecipare alla campagna elettorale per le elezioni presidenziali e non aveva la minima idea della confusione che il suo amico Mario aveva causato con la ragazza del suo cuore. Quindi, il poeta decide di aiutare i due giovani amanti, per farli riappacificare.

L’amore tra Mario e Beatriz sboccerà definitivamente oppure appassirà irrimediabilmente? Il film è diretto da Rodrigo Sepúlveda, noto regista per pellicole come Aurora e My Tender Matador. La produzione è della Fabula Productions e Netflix, mentre la sceneggiatura appartiene a Guillermo Calderòn.

Ardente Pazienza è un film di genere drammatico/romantico e come ogni pellicola di questo tipo ha gli elementi caratteristici che rimandano a quella categoria cinematografica. Per tutto il film si percepisce la lentezza e la monotonia che identificano sia i personaggi che la storia stessa.

Non c’è nessun colpo di scena; ogni singola azione, battuta o comportamento dei vari personaggi è facilmente prevedibile. I personaggi sono piatti, senza carattere e banali: lui si innamora a prima vista di lei; lei fa la difficile ma poi cede; separazione dei due e, infine, presunta riappacificazione.

Inoltre, il discorso tra la protagonista e sua madre è a dir poco squallido: la madre che parla alla figlia usando termini indecenti per indicare parti del corpo femminili, senza il minimo pudore o risentimento. Ma l’elemento che pesa più di tutti è la flemma, la lentezza che emerge dall’inizio alla fine del film.

Sembra che la pellicola sia infinita, mandando la mente dello spettatore in trance, intorpidendola minuto dopo minuto. Senza nessun colpo di scena o azione improvvisa durante tutto il corso del film, questo è l’effetto finale: narcosi mentale.

In conclusione, per chi fosse un appassionato del mitico poeta Pablo Neruda, potrebbe dare una possibilità a questo film. Tuttavia, sarebbe meglio leggere dei libri in merito, lasciando perdere questa noiosissima e soporifera pellicola.