La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo con Bisio in scena al Bellini | Recensione

Claudio Bisio – La mia vita Raccontata male © Marina Alessi

È in scena fino al 26 marzo lo spettacolo scritto da Francesco Piccolo e diretto da Giorgio Gallione, La mia vita raccontata male con Claudio Bisio.

Francesco Piccolo è uno scrittore originario di Caserta, autore di molti libri di successo, l’ultimo dei quali è appena arrivato sugli scaffali delle librerie ed è già un successo: La bella confusione e proprio da questo titolo che non c’entra nulla con lo spettacolo, possiamo però prendere spunto per definire La mia vita raccontata male, una “bella confusione” di aneddoti e momenti esilaranti della vita di un uomo, Bisio in questo caso, il quale dà voce ai pensieri dell’autore.

Claudio Bisio è il “simpatico umorista” che il grande pubblico conosce soprattutto per la conduzione di Zelig ma che ricordiamo anche per film come Mediterraneo, Puerto Escondido, La tregua, Benvenuti al Sud, Benvenuto Presidente! e molti altri. Ne La mia vita raccontata male, in una scenografia piena di oggetti del quotidiano e di ricordi, Bisio racconta una vita, la sua? Quella dell’autore? In realtà non si sa e fino alla fine ci resta il dubbio, ma non ha importanza, perché in questa vita ci riconosciamo un po’ tutti.

Il file rouge di tutta la storia è soprattutto l’amore (che move il sole e le altre stelle, direbbe il poeta) e infatti, i punti cardine della narrazione sono gli incontri con tre donne, due solo di passaggio nella sua vita, la terza destinata a restare. Lei con il suo fare leggero e spensierato lo mantiene in vita ed è perfetta considerati i molti problemi che si fa lui. Ma questa linea rosa è solo una delle diverse linee che vengono tracciate nella storia di Piccolo interpretata con accompagnamento musicale da Marco Bianchi e Pietro Guarracino.

La storia di Piccolo è letteraria

Siamo partiti da un presupposto importante e cioè che Piccolo è uno scrittore e quando si prende un testo scritto da qualcuno abituato a narrare e che padroneggia la prosa, il suo lavoro diventa una sorta di racconto, un romanzo per immagini, messo in scena appunto, in questo caso di formazione dove tra una battuta e una riflessione profonda scopriamo che molte paure del protagonista sono anche le nostre, diversi dubbi li abbiamo avuti anche noi e, ovviamente, tutti abbiamo vissuto momenti imbarazzanti o molto tristi, gioie, dolori, tutto il pacchetto chiamato vita, ecco perché ne siamo coinvolti.

La mia vita raccontata male è uno spettacolo che potenzialmente potrebbe essere davvero noioso, forse inutilmente verboso e lento a tratti, ma la presenza di Claudio Bisio con la sua recitazione leggera e comprensibile per tutti, riesce a coinvolgere l’intera platea con una voce che, per tonalità e per le parole che usa, può attirare la nostra attenzione facilmente, senza essere mai sgradevole, mentre ci fa ridere. Tutti gli elementi sono dosati bene, tranne nella parte iniziale dove la musica sembra stridere un po’ con la voce di Bisio, come se le due cose non fossero in accordo tra loro. A parte questo dettaglio, lo spettacolo scorre via piacevolmente, si ride, si riflette e ci si commuove e tutto procede via in modo leggero.

La mia vita raccontata male
© Marina Alessi

La vita come lo Shanghai

Una morale che si può estrapolare dal racconto, che poi è anche la parte ho maggiormente apprezzato è il fatto che la vita, con tutte le scelte e gli eventi di cui è composta è così proprio in virtù delle nostre scelte e dei nostri errori ed anche grazie a questi ultimi siamo quello che siamo. Dunque se la vita fosse come il gioco dei tasselli che formano una torre, Jenga, oppure come lo Shanghai, togliere un pezzo brutto rischierebbe di far cadere anche quello bello.Il risultato poi di tutta questa riflessione sulla vita è che molto spesso, gran parte della nostra vita è quella che ricordiamo e non tanto quella che abbiamo vissuto. Inoltre non viviamo mai la vita che vogliamo ma quella che vuole lei:

“Ci sono due tipi di storie che si possono raccontare: quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori, ma quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello shangai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più.”

INFO:

Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì h. 17:30, sabato h. 19:00, domenica h. 18:00

Prezzi: a partire da 15 €
Durata: 90 minuti