L’uomo più crudele del mondo al Bellini di Napoli. Mostri allo specchio | Recensione

Francesco Montanari e Lino Guanciale – L’uomo più crudele del mondo

È in scena al Teatro Bellini di Napoli, fino al 14 maggio, L’uomo più crudele del mondo, testo e regia di Davide Sacco con Lino Guanciale e Francesco Montanari.

Come in un film noir degli anni Quaranta si apre davanti a noi la scena di un ufficio, evidentemente collocato all’interno di un grande edificio isolato, con grandi vetrate scure una scrivania al centro, un tavolino con i liquori e un a poltrona. Si direbbe a prima vista il tipico ufficio americano, da film in bianco e nero appunto, ma invece ci troviamo in Italia in un luogo non precisato del nord, in campagna.

Paolo Veres, il protagonista della storia è seduto alla sua scrivania e aspetta l’arrivo di una persona che gli viene annunciato dalla segretaria. Libera la donna, è venerdì sera e si rivedranno lunedì, lui attende paziente che il suo ospite entri, ne vediamo l’ombra sopraggiungere dietro la vetrata. Si tratta di un giornalista di un piccolo giornale locale che è lì per intervistare Veres.

Fin dal primo momento capiamo che a condurre la conversazione sarà Veres in persona e fin da subito si mostra come una persona fuori dalle righe. Viene dichiarato dalle prime frasi della conversazione che si tratta dell’uomo più crudele del mondo, ma per quale motivo? Veres dirige una fabbrica d’armi ed è molto ricco. L’uomo non è interessato a rispondere alle domande del giornalista, vuole piuttosto farne lui e sapere di più del suo visitatore.

Fin dal primo momento tutto è strano, distorto e inquietante, Veres mette sul piatto questioni importanti, domande scomode e argomenti ancora più scomodi di cui nessuno parlerebbe mai ad alta voce. Per esempio a un certo punto pretende di farsi chiedere se ha mai ucciso un uomo e cosa ha provato, domanda che per altro girerà anche al sui intervistatore. Tutta la bestialità dell’essere umano viene svelata in un dialogo che diventa sempre più serrato fino al colpo di scena finale che ribalta tutte le nostre convinzioni.

L’umanità in tutta la sua crudeltà

Veres, in questo dialogo che trascende la normale conversazione tra giornalista e intervistato, mette in evidenza tutta la crudeltà umana nelle sue forme più brutte e sgradevoli, svelando ciò che non dovrebbe essere svelato, ossia che l’uomo è spesso crudele e sadico e che tante cose non le fa o non le dice per comune senso della civiltà e del pudore. Ma se queste cose non esistessero e l’uomo vivesse allo stato brado allora probabilmente avrebbe meno scrupoli nel commettere certe azioni. Sarebbe come una bestia selvatica, e di bestie selvatiche costrette alla civiltà si parla in questo caso.

La verità in questo dialogo così intenso che in soli 60 minuti dice tutto, è che certe cose non si dicono ad alta voce perché non piace come suonano. Ma nello studio di Veres in questo momento non esistono le normali regole del vivere civile e in un gioco tanto perverso quanto accattivante, i due personaggi si muovono nella più assoluta libertà. Come in tutti i giochi di ruolo, però, quelli nei quali vi sono una vittima e un carnefice, alla fine ne resterà solo uno.

Francesco Montanari e Lino Guanciale

Una coppia che funziona

Lino Guanciale e Francesco Montanari sono la coppia di attori giusta per questi due ruoli, Guanciale interpreta Veres, l’uomo crudele e Montanari il giornalista ed entrambi sanno trasformarsi. Guanciale è folle e sopra le righe per la maggior parte del tempo, Montanari esegue un crescendo emozionale perfetto, passando da un mite atteggiamento timido e remissivo a un’esplosione di rabbia e crudeltà che ne riveleranno la vera natura del suo personaggio.

Lo spettacolo è ben equilibrato, un crime suggestivo e ben scritto che vuole indagare le parti oscure dell’essere umano ma che allo stesso tempo riflette tutta la sensibilità e la profonda coscienza dell’uomo, capace di porsi domande importanti, alle quali non è semplice dare una risposta. Procedendo per contrasti lo spettacolo mette in evidenza allo stesso tempo tutta la crudeltà e l’umanità del mondo, dando il giusto scossone allo spettatore spesso sopito e annoiato, seduto passivamente in poltrona.

Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì 3 maggio h. 17:30, sabato 6 maggio h. 19:00, domenica h. 18:00

Prezzi: a partire da 15 €
Durata: 60 minuti