The Sun Rises on Us All, la potenza del dramma sociale cinese che illumina le contraddizioni del presente
Cai Shangjun racconta una Cina sospesa tra speranze e disillusioni, con uno stile asciutto e folgorante.
Il cinema cinese contemporaneo si è spesso distinto per la capacità di indagare la società attraverso storie intime e apparentemente quotidiane. Con The Sun Rises on Us All, presentato in concorso a Venezia, il regista Cai Shangjun conferma questa tradizione, firmando un’opera che unisce la forza del dramma personale a una riflessione più ampia sul destino collettivo.
Il titolo, evocativo e poetico, annuncia già il cuore del film: un’alba che dovrebbe significare rinascita, ma che porta con sé anche le ombre delle contraddizioni. I protagonisti, due figure ai margini, si muovono in un contesto che cambia rapidamente, dove la ricerca di dignità e giustizia si scontra con il peso delle istituzioni, delle regole e delle convenzioni sociali.
Cai, già premiato con l’Orso d’Argento a Berlino per People Mountain People Sea, conferma la sua attenzione ai personaggi fragili, spesso invisibili, e utilizza la macchina da presa per dare loro un volto, una voce e uno spazio. Il risultato è un film che vibra di realismo, ma che non rinuncia a momenti di intensa poesia visiva.
Un racconto di resistenza e vulnerabilità
Al centro del film si intrecciano destini che parlano di resistenza e vulnerabilità. I protagonisti vivono storie diverse, ma accomunate dal desiderio di sopravvivere in una società che sembra ignorarli. I loro percorsi li portano a confrontarsi con ingiustizie e soprusi, ma anche con improvvisi lampi di umanità.
L’interpretazione delle due star cinesi chiamate a guidare il racconto è uno dei punti di forza: con uno stile misurato e mai sopra le righe, restituiscono la complessità emotiva di chi lotta per trovare un senso alla propria esistenza. Ogni sguardo, ogni gesto, diventa un atto di resistenza silenziosa, capace di comunicare più di mille parole.
Pregi e limiti di uno stile rigoroso
Lo stile registico di Cai Shangjun è asciutto, quasi documentaristico. Le inquadrature statiche e i tempi lunghi costringono lo spettatore a immergersi nella realtà dei personaggi, senza scorciatoie emotive. È un approccio che dona autenticità, ma che può risultare ostico per chi cerca un ritmo più dinamico.
La fotografia privilegia toni naturali, spesso grigi o crepuscolari, che sottolineano l’atmosfera di precarietà. Eppure, nei momenti in cui il sole fa capolino – metafora evidente ma efficace – il film trova una bellezza struggente. È proprio in questi contrasti che risiede la sua forza: la capacità di mostrare la durezza del reale senza negare la possibilità di un raggio di luce.
The Sun Rises on Us All è un’opera che non concede facili emozioni, ma che sa ricompensare con la profondità del suo sguardo. Un film che illumina le zone d’ombra della società cinese contemporanea e, al tempo stesso, parla universalmente di dignità, ingiustizia e resilienza. Un’alba che riguarda tutti noi, spettatori compresi.