La banca dei sogni, al Teatro Litta racconta l’Italia di oggi attraverso i desideri di tutte le età
Un viaggio teatrale tra infanzia e vecchiaia per scoprire i sogni più intimi del nostro presente collettivo
Nel cuore di Milano, al Teatro Litta, va in scena uno degli esperimenti teatrali più affascinanti della stagione: La banca dei sogni, dal 6 all’11 maggio 2025. Non una narrazione convenzionale, ma un’indagine profonda e poetica sulle vite degli italiani, raccontate attraverso i sogni. Un progetto ideato da Francesca Merli e Laura Serena che mescola arte, realtà e visione, trasformando l’intimo in collettivo, e facendo emergere ciò che spesso resta sommerso nella nostra coscienza.
L’idea è nata nel 2018 e da allora si è nutrita di incontri autentici. Bambini, adolescenti, adulti e anziani di tutta Italia sono stati intervistati in modo diretto, senza interpretazioni psicoanalitiche, ma con l’obiettivo di restituire la verità emotiva del nostro tempo. I sogni sono diventati specchio delle preoccupazioni, delle speranze, delle paure e dei desideri che accompagnano ogni fase della vita. Un lavoro stratificato e sensibile che ci mette a contatto con il battito emotivo del Paese.
La scenografia è essenziale ma evocativa, uno spazio quasi sospeso dove le parole diventano immagini. In scena, Laura Serena e Marco Trotta sono i custodi di questo patrimonio onirico, accompagnati dalle voci e dai volti proiettati dei veri sognatori intervistati. Un gioco scenico che fonde teatro e documentario, rendendo il pubblico partecipe di un’indagine che è insieme personale e universale.
La potenza dello spettacolo risiede proprio nella sua capacità di mettere in discussione l’idea stessa di sogno come dimensione privata. Qui il sogno si fa documento, si fa cronaca emotiva di una società che cambia, che invecchia, che desidera e che teme. È una radiografia emotiva che ci interroga e ci restituisce uno spaccato inedito del nostro presente.
Sognare è ancora un atto politico
Nello spettacolo, i sogni diventano atti di resistenza. Parlano di solitudine, di desiderio di comunità, di mancanza di affetto, ma anche di rinascita, di voglia di trasformazione. Ogni età della vita porta con sé un registro diverso, eppure si intreccia con le altre in un filo narrativo sottile e potente. La regia di Francesca Merli riesce a non perdere mai la bussola tra poesia e rigore documentale.
Le musiche di Federica Furlani accompagnano con discrezione, quasi come un sussurro, le parole di chi ha scelto di affidare i propri sogni a questo progetto. Anche il disegno luci di Merli contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, dove il confine tra il reale e il sognato si dissolve. I video di Stefano Colonna non distraggono ma arricchiscono, lasciando spazio alle emozioni senza forzature.
Quando il sogno diventa racconto collettivo
Il lavoro della compagnia MERLI-SERENA è un esempio limpido di teatro civile e partecipato. Non si limita a raccontare, ma mette in scena la complessità dell’umano. I sogni raccolti, che possono sembrare fragili come bolle di sapone, diventano al contrario strumenti potentissimi per fotografare una società intera, nei suoi non detti, nei suoi slanci, nelle sue cicatrici.
Non a caso, le radici del progetto affondano nell’antropologia. Ispirato all’opera degli studiosi francesi Jean e Françoise Duvignaud, La banca dei sogni riscrive quel modello in chiave contemporanea, esplorando non più le tensioni di classe degli anni ’70 e ’80, ma le dinamiche psicologiche e culturali del nostro oggi, così frammentato e incerto. La banca dei sogni è molto più di uno spettacolo: è un gesto d’ascolto collettivo, un abbraccio teatrale a un’Italia che forse sogna meno, ma ha ancora molto da raccontare. Dal 6 all’11 maggio al Teatro Litta, chi ha voglia di lasciarsi attraversare da storie autentiche, intime e potentemente teatrali non dovrebbe lasciarselo sfuggire. Perché in fondo, sognare insieme è il primo passo per ritrovare una direzione.