Vivian Maier, la misteriosa fotografa e “tata” d’America

New York, 10 Septembre 1955 © Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York
Vivian Maier, Autoportrait, New York, 10 Septembre 1955

Dopo gli Stati Uniti il fascino di Vivian Maier sta incantando l’Europa, se avete in programma una gita in Sardegna, precisamente a Nuoro, non perdetevi questa mostra.
Bambinaia per le famiglie benestanti di New York e Chicago sino dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, per oltre cinque decadi ha fotografato la vita nelle strade delle città in cui ha vissuto senza mai far conoscere il proprio lavoro. Mai una mostra, neppure marginale, mai una pubblicazione.

May 28, 1954, New York, NY
May 28, 1954, New York, NY

Ciò che ha lasciato è un archivio sterminato, con più di 150.000 negativi, una miriade di pellicole non sviluppate, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere che la tata “francese” accumulava nelle stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto con grande gelosia.
Confinato infine in un magazzino, il materiale è stato confiscato nel 2007, per il mancato pagamento dell’affitto e quindi scoperto dal giovane John Maloof in una casa d’aste di Chicago.

New York, NY, Septembre 1953© Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York
New York, NY, Septembre 1953

 

La mostra al MAN di Nuoro, a cura di Anne Morin, realizzata in collaborazione con diChroma Photography, sarà la prima di Vivian Maier ospitata da un’Istituzione pubblica italiana. Insieme a 120 fotografie la mostra presenta anche una serie di dieci filmati in super 8 e una selezione di immagini a colori.
Gli scatti degli anni Settanta raccontano il cambiamento di visione, dettato dal passaggio dalla Rolleiflex alla Leica, che obbligò Vivian Maier a trasferire la macchina dall’altezza del ventre a quella dell’occhio, offrendole nuove possibilità di visione e di racconto.

Sans titre, Autoportrait,s.d., © Vivian MaierMaloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York
Sans titre, Autoportrait, s.d.

La mostra sarà inoltre arricchita da una serie di provini a contatto, mai esposti in precedenza, utili per comprendere i processi di visione e sviluppo della fotografa americana.
A conquistare il pubblico, prima ancora delle fotografie, è la storia di “tata Vivian”, perfetta per un romanzo esistenziale o come trama di una commedia agrodolce; talmente insolita, talmente affascinante, da non sembrare vera.
Vivian Maier ha scattato perlopiù nel tempo libero e a giudicare dai risultati si può credere che, in quel tempo, non abbia fatto altro. I suoi soggetti prediletti sono stati le strade e le persone, più raramente le architetture, gli oggetti e i paesaggi.

Senza titolo, s.d. -® Vivian Maier_Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York

Fotografava ciò che improvvisamente le si presentava davanti, che fosse strano, insolito, degno di nota, o la più comune delle azioni quotidiane. Il suo mondo erano “gli altri”, gli sconosciuti, le persone anonime, con cui entrava in contatto per brevi momenti, sempre mantenendo una certa distanza che le permetteva di fare dei soggetti ritratti i protagonisti inconsapevoli di piccole-grandi storie senza importanza.

New York_ NY_ s.d. -® Vivian Maier_Maloof Collection_ Courtesy Howard Greenberg Gallery_ New York

Ogni tanto però, in alcune composizioni più ardite, Vivian Maier si rendeva visibile, superava la soglia della scena per divenire lei stessa parte del suo racconto. Il riflesso del volto su un vetro, la proiezione dell’ombra sul terreno, la sua silhouette compaiono nel perimetro di molte immagini, quasi sempre spezzate da ombre o riflessi, con l’insistenza un po’ ossessiva di chi, insieme a un’idea del mondo, è in cerca soprattutto di se stesso. In questa indagine senza fine talvolta coinvolgeva anche i bambini che le venivano affidati, costringendoli a seguirla in giro per la città, in zone spesso degradate di New York o di Chicago. A uno sguardo sensibile e benevolo per gli umili, gli emarginati, univa una vena sarcastica, evidente in molti scatti rubati, che colpiva un po’ tutti, dai ricchi borghesi dei quartieri alti agli sbandati delle periferie.

Info:
MAN Museum
via S. Satta 27- 08100 Nuoro
tel. +39 0784 25 21 10
opening hours: 10 AM – 1 PM | 3 PM -7 PM closed Monday
www.museoman.it