A Milano nasce MAUA: il primo museo di arte urbana aumentata

Milano ha un nuovo museo, diffuso, a cielo aperto: si chiama MAUA ed è il primo museo di arte urbana aumentata. Una proposta, letteralmente, out of mainstream che vuole proporre itinerari culturali inediti, fuori dal centro e dai più tradizionali circuiti dell’arte.

Così, 50 opere di street art animate in realtà aumentata diventano l’occasione per esplorare quartieri meno conosciuti della città.

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Via Carlo Jannozzi, 14, 20097 San Donato Milanese MI, Italy — 2017Work by MateAugmented by Marco Ranzini ©Asumana Samura

Una galleria open air in cui le opere sono state selezionate dagli abitanti dei quartieri, in un esperimento avanzato di curatela diffusa che ha previsto l’individuazione collettiva e partecipata delle opere e una discussione comune sul loro significato percepito e sul loro valore per le strade della città.

Resisti! Via Giovanni Battista Sammartini, 31, 20125 Milano MI, Italy — 2017Work by Sfiggy + Ale PuroAugmented by Licia Zavattaro @Camilla Picone

Come? grazie al “Bando alle Periferie”, progetto del Comune di Milano, con il quale sono stati selezionati e finanziati, tra le oltre 150 proposte pervenute, 14 progetti culturali per le aree di Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e Qt8-Gallaratese.

Gusto tailor made Via Brembo, 3, 20139 Milano MI, Italy — 2017Work by Zed1Augmented by Ambra Isabella Terzi @Fabiana Bosastra

Insomma, è stata realizzata la più grande mappatura finora realizzata della street art a Milano con 218 opere e tour alternativi. 50 giovani animation designer hanno poi elaborato le immagini durante un workshop di realtà aumentata e prodotto 50 contenuti digitali inediti che oggi animano le opere selezionate, liberamente fruibili consultando una mappa online, sull’app Bepart o sul catalogo cartaceo in distribuzione gratuita presso BASE Milano.

Il traduttore di emozioni Viale Aretusa, 7, 20148 Milano MI, Italy — 2017Work by El TilfAugmented by Angelica Busolini ©Tarek Mohamed

Ma come funziona? Si parte scegliendo il proprio percorso. Poi, arrivati sul posto, l’esperienza prosegue in forma digitale: ogni opera, inquadrata con lo smartphone, ne genera una nuova e si trasforma in un lavoro di digital art, appositamente creato per il museo!

FortementeIn, no?!