The Kingdom il romanzo di Jess Rothenberg ci porta alla domanda fondamentale: che cosa ci rende umani?

Immaginatevi di entrare a Disneyworld ridisegnata e creata come Westworld: benvenuti a The Kingdom!
Il romanzo di Jess Rothenberg edito da DeA Planeta che ci porta in un mondo parallelo dove tutto è possibile, un parco divertimenti dalla portata eccezionale dove la parola d’ordine è essere felici e contenti, dove tutti i sogni diventano realtà (o quasi), dove niente è reale neanche i sentimenti che sono solo il frutto di un perfetto algoritmo studiato per far si che i visitatori del parco siano a loro agio.
Dove è possibile visitare differenti scenari, dalle foreste ai boschi, dalle cascate alle montagne, fino ad arrivare all’oceano con la sua fauna, quasi tutta estinta e ricreata con degli ibridi perfetti nell’aspetto, ma dove soprattutto potete incontrare, interagire e parlare con le più stupende creature esistenti, le sette Fantasiste: degli ibridi nati sotto l’aspetto umano che svolgono il ruolo di principesse, in grado di assecondare ogni desiderio degli ospiti del parco, in particolar modo dei bambini che vengono da ogni parte del mondo solo per vederle. Sono talmente reali che è difficile rendersi conto di trovarsi di fronte a delle macchine, sono talmente belle che chiunque le incontri ne rimane affascinato ma, cosa succede alle sette ragazze una volta spente le luci del parco? Sono dei giocattoli che vengono spenti e riposti nelle loro scatole dorate? Sono solo oggetti oppure c’è qualche cosa di più in loro?

E cosa succede se una delle sette inizia a farsi delle domande su se stessa, sulla vita, sul mondo fuori le alte mura del Regno? I creatori di fantasy è da sempre che si pongono la domanda fondamentale sull’intelligenza artificiale: e se poi arriva la coscienza?

In The Kingdom si affronta nuovamente questo tema che da anni tormenta gli amanti del genere, se si creano delle macchine così perfette, allora forse potrebbero essere “perfetti” anche i sentimenti.

Ed è proprio qui che incontriamo Ana, la protagonista indiscussa del romanzo, una delle predilette dal pubblico, lei ama la vita del Regno, è stata programmata per questo, solo che inizia a “pensare”.
Le Fantasie non dovrebbero avere pensieri propri, devono solo fare quello che gli viene detto, rendere felici gli ospiti. Sicuramente non dovrebbe avere delle volontà, tanto meno delle pulsioni, eppure qualcosa va in “cortocircuito” in Ana quando incontra Owen, un ragazzo dagli occhi color cioccolato addetto alla manutenzione del parco. Lui ha qualcosa che le fa provare delle sensazioni strane, incomprensibili, le fa provare un’emozione non contemplata dagli ingegneri che hanno programmato i suoi circuiti: l’amore. Ana smette di rispondere a dei comandi prestabiliti dal suo firewall e inizia a pensare e porsi delle domande.

State pensando alla classica storia d’amore tra un androide e un umano? Siete completamente fuori strada perché di passionale non c’è molto visto che ci troviamo immediatamente catapultati, fin dalle prime pagine, nel bel mezzo di un thriller.

Ana è accusata di omicidio quando Owen sparisce nel nulla, lasciandosi dietro solo un braccialetto carbonizzato. Inizia un lungo interrogatorio dove si indaga sulla vera natura delle Fantasie: hanno coscienza di ciò che fanno oppure è stato un cortocircuito a fargli fare degli “errori”?

Ana si ritrova a combattere per la sua stessa vita e scopre che nello scintillante Regno che ha sempre chiamato casa niente è come sembra, o forse è lei che non è come sembra. Un storia avvincente dal ritmo mozzafiato che ci rimanda alla più difficili delle riflessioni: cosa, in fondo, ci rende umani?