Animali da bar. Carrozzeria Orfeo torna al Bellini di Napoli

Ph Laila Pozzo

Dopo la discarica di Kous Kous Klan, Carrozzeria Orfeo è di nuovo al Teatro Bellini di Napoli fino al 23 febbraio con Animali da bar. Il nostro tragicomico presente è narrato appunto dall’interno di uno sgangherato bar di quartiere gestito da un razzista misantropo (di cui ascoltiamo solo la voce, di Alessandro Haber, proprio perché non esce più dal proprio appartamento…) e da una barista ucraina che, per arrotondare, affitta il proprio utero. Per tacere dei clienti… un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, subisce le violenze domestiche della moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; infine, uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla Grande Guerra. Li cogliamo appoggiati al bancone del bar, quando l’alcol allenta la morsa e toglie loro la museruola, liberando riflessioni irriverenti, domande scomode, affermazioni politicamente scorrette, ironia tagliente e battute dissacranti. Sono sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle. E così, tra dialoghi surreali e tonnellate di cinismo questi Animali da Bar ci fanno ridere di gusto fino a un epilogo inaspettato, che (forse) accende una speranza.

Ph Laila Pozzo

I variopinti personaggi di questo meraviglioso ed esilarante spettacolo rappresentano alcuni tipici personaggi di un occidente rabbioso e vendicativo, pieno di frustrazioni, retorica, falsa morale, psicofarmaci e decadenza, oltre la porta c’è il prepotente arrivo di un “oriente” portatore di saggezze e valori… valori, però, ormai svuotati e consumati del loro senso originario e commercializzati come qualunque altra cosa. Tutto è venduto, sfruttato e contrattato in “Animali da Bar”. La morte e la vita, come ogni altra merce, si adeguano alle logiche del mercato. Il cinico scrittore lo sottolinea più volte: è tutto casuale in questa vita che si svolge tra nascita e morte e non c’è un motivo per cui certe cose vanno bene e altre vanno male. Non esiste la fortuna, o la sfortuna, noi siamo come una vaschetta di lasagne al supermercato, insieme ad altre vaschette di lasagne come noi. Una di queste vaschette può avere la muffa ma nessuna è predestinata. Solo il caso del caos governa tutto, quindi tanto vale farsi un’altra birra e lasciarsi vivere, qualcuno pensa, qualcun altro tira avanti facendo compagnia a un vecchio e affittando l’utero e qualcun altro ancora, invece, ci vuole credere a un mondo migliore. Forse ci si illude, ma almeno si sta facendo qualcosa anche per il mondo e non solo per se stessi.

Ph Laila Pozzo

I protagonisti sono  “brutti, sporchi e cattivi” per citare il film di Ettore Scola, portatori di verità e cinismo disarmanti che ci fanno ridere ma anche riflettere molto. In Animali da bar si dà alle cose il proprio nome, non si filtra nulla, si gioca con le convenzioni e i luoghi comuni, ci si manda a quel paese senza ritegno.
Come si è detto la speranza è come un’erbaccia che non si può estirpare che in apparenza sembra non esserci ma continua a crescere nonostante tutto fino al momento finale. Il bar sembra un luogo senza tempo, un contenitori in cui troviamo anche parte di noi stessi, in cui vediamo un’umanità sgualcita e miserabile nella quale un po’ ci riconosciamo.

Di rado si assiste a spettacoli come questo, divertenti, scorrevoli, profondi. Di rado si può godere di una messa in scena senza il sottofondo della tosse annoiata del pubblico che talvolta accompagna le sale teatrali. Solo risate e applausi, di varia natura e forma, hanno fatto da contrappunto allo spettacolo. Con Animali da bar oscilliamo tra l’altro e il basso, tra la mente e la pancia, tra la superficie e le viscere, tra risate e pugni allo stomaco e al termine dello spettacolo andiamo via soddisfatti e alleggeriti.

INFO:
Animali da bar
Teatro Bellini, fino al 23 febbraio
Orari: feriali ore 21:00, mercoledì e sabato ore 17:30 e 21:00, domenica ore 18:00
Prezzida 14€ a 32€ ridotto -15€ under29

drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
con Beatrice Schiros (Mirka), Alessandro Federico (Milo Cerruti), Massimiliano Setti (Colpo di Frusta), Pier Luigi Pasino (Sciacallo), Federico Vanni (Swarovski)
voce fuori campo Alessandro Haber
musiche originali Massimiliano Setti
progettazione scene Maria Spazzi assistente scenografo Aurelio Colombo
realizzazione scene Scenografie Barbaro srl
costumi Erika Carretta
luci Giovanni Berti
allestimento Leonardo Bonechi
illustrazione Federico Bassi
foto di scena Laila Pozzo
organizzazione Luisa Supino
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
in coproduzione con Marche Teatro

Produzione 2015 Fondazione Teatro della Toscana in collaborazione con Festival Internazionale di Andria | Castel dei Mondi

SPETTACOLO VINCITORE PREMIO HYSTRIO TWISTER 2016