Come si fa un testamento? Atto di coscienza e gesto di responsabilità

testamento fogli

Il testamento ha mille ragioni d’essere: per dare la libertà di scelta al testatore, per assecondare sentimenti e necessità di potenziali eredi, evitare liti, soddisfare interessi extra familiari, garantire una trasmissione patrimoniale fiscalmente ponderata, compensare situazioni di squilibrio createsi a seguito di attribuzioni in vita, organizzare il passaggio generazionale in maniera ordinata e ponderata, per solidarietà e beneficienza.

Ma anche la sola ragione dell’evitare liti familiari dovrebbe essere più che sufficiente per una persona nel voler definire la propria pianificazione testamentaria: ad oggi le liti tra fratelli e sorelle per l’eredità sono diffusissime, all’ordine del giorno e penso non ci sia cosa più triste per un genitore di andarsene sapendo di aver creato astio tra i figli.
Il testamento è un mezzo per garantire una seconda vita al proprio patrimonio, indirizzandolo nella maniera più idonea, è un atto di coscienza e un gesto di responsabilità cui ciascuno dovrebbe approcciarsi, a maggior ragione in presenza di particolari condizioni personali, familiari, affettive e patrimoniali.

La successione necessaria è il limite della successione: il testatore tendenzialmente può disporre liberamente del suo patrimonio ma determinati soggetti (gli eredi legittimi: coniuge, figli e, in mancanza di figli, ascendenti) hanno diritto ad una quota minima di eredità, anche contro la volontà del testatore. A questi soggetti la legge riserva una parte di eredità in considerazione del particolare rapporto con il testatore. Il testatore può liberamente disporre di solo una parte dei suoi beni acconsentendo tacitamente che la restante parte del suo patrimonio sia destinata in base a quanto previsto dalla legge. In mancanza di testamento soccorre la successione regolata dalla legge, ovvero la successione legittima, in virtù della quale gli eredi sono individuati dalla legge in considerazione del rapporto di parentela.

testamento busta

Ma come si fa un testamento? 
Il testamento è un atto formale e la legge richiede che la volontà testamentaria si manifesti per iscritto (non è ammesso il testamento orale) attraverso le forme previste: testamento olografo, pubblico e segreto. Tutte le forme citate hanno pari validità e ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi.

Il testamento pubblico è la principale forma di testamento, redatta da un notaio in presenza dei testimoni e per questo quella che assicura maggiori garanzie al testatore, è la modalità massimamente garantita e trasparente.

Il testamento olografo è quello scritto per intero, datato e sottoscritto di mano dal testatore tramite scrittura privata. Ai fini della sua redazione non è necessario il ricorso ad un notaio, cui occorrerà rivolgersi solo per la pubblicazione. Occorre comunque assicurarsi che il testamento olografo possa trovare attuazione, affidandolo ad una persona di fiducia (preferibilmente non interessata) che ne garantisca la pubblicazione.

Il testamento segreto è un testamento redatto dal testatore e consegnato in busta chiusa sigillata al notaio, in presenza di due testimoni: è un atto pubblico (con tutte le garanzie che ne consegue) ma permette di salvaguardare la riservatezza delle volontà del testatore, esempio per evitare che i potenziali eredi siano condizionati dalle scelte testamentarie che potrebbero trapelare anche prima della morte laddove si adottino le altre forme di testamento.

Oggi il testamento è uno strumento in cui ancora in pochi decidono di ricorrere, leggermente più diffuso al nord piuttosto che al sud Italia, uno strumento ancora troppo esiguo rispetto al numero di morti. È evidente come questo strumento sia in grado di stravolgere scenari, indirizzare piccoli o grandi patrimoni, evitare liti. La sua funzione è delicata e preziosa, motivo per cui è necessario ed etico per le persone operanti nel campo finanziario e legale cercare in qualche modo di aumentare la consapevolezza sul tema.

Io, con questo articolo, ci sto provando e chissà che magari, qualcuno, dopo aver letto tutto ciò, possa dedicarmi un pensiero di questo tipo “Grazie Oreste, mi auguro che le mie scelte consentano ai miei cari di ricordarmi con affetto e gratitudine”.