Racconti per Ricominciare: lo spettacolo “Inventario di cose perdute”

Torna per la seconda edizione consecutiva la rassegna Racconti per Ricominciare, un festival diffuso di percorsi teatrali dal vivo e itineranti, ambientati in spazi di grande valore storico e architettonico della Città Metropolitana di Napoli e della Campania. Il Festival è ideato e organizzato da Vesuvioteatro.org con il coordinamento artistico di Giulio Baffi Claudio Di Palma.

Il festival ha aperto la sua seconda edizione il 28 maggio e proseguirà fino al 6 giugno.

Racconti per Ricominciare

Per 9 giorni12 location della Campania si trasformano in suggestivi palcoscenici per 12 spettacoli con 50 attori protagonisti di 28 testi teatrali, perlopiù inediti, scritti da 21 autori, italiani e non, e messi in scena prima del tramonto, in simbiosi con i paesaggi e le architetture che li ospitano.

Tra le prime iniziative di teatro dal vivo dopo la chiusura dei teatri causata dall’emergenza sanitaria, Racconti per Ricominciare nasce per contribuire alla ripartenza dello spettacolo dal vivo, settore gravemente colpito dalla crisi, e contemporaneamente, riattivare i luoghi del patrimonio, grandi attrattori e simboli di civiltà e bellezza ugualmente a rischio, incoraggiando a superare l’isolamento attraverso un’esperienza teatrale immersiva in ambienti di grande interesse storico e artistico.

Racconti per Ricominciare

Ed è stata proprio una piena esperienza immersiva quella di Inventario di cose perdute, messa in scena che unisce quattro racconti interpretati nella suggestiva location di Villa delle ginestre da altrettanti attori: Antonello Cossia con Le cose perdute apre la narrazione proprio con una sorta di introduzione che ci racconta delle molte cose che hanno costituito la storia del mondo e che sono andate perdute.
Ernesto Lama con Mani, racconta delle origini della civiltà, Rebecca Furfaro ci racconta la storia di Tuanaki e infine Andrea de Goyzueta chiude con La luna di Kinau.

Lo spettacolo è caratterizzato da un procedimento che potremmo definire a staffetta: il primo interprete apre la narrazione e verso la conclusione del proprio racconto invita gli spettatori a seguirlo in un’altra location dove ad attenderli ci sarà il secondo attore con il secondo racconto e così via.
In questo modo non solo si fruisce del racconto in modo assolutamente non passivo né convenzionale ma si può anche apprezzare la location, in questo caso l’ampio giardino della villa dove dal 1836 al 1837 ha soggiornato Giacomo Leopardi.
La suggestiva atmosfera del tramonto e il panorama sul golfo fanno il resto.

Racconti per Ricominciare

Gli interpreti sono tutti centrati nel ruolo e ciascuno di loro ha dato un tocco con la propria personalità. Se avete visto almeno uno di loro in scena in precedenti occasioni sapete di cosa parlo.
Non si tratta della mera declamazione di un prodotto letterario ma quest’ultimo è stato costruito ad hoc per la location, per la conformazione stessa del luogo, direttamente alle pendici del Vesuvio. E proprio il fatto di trovarsi all’ombra di un vulcano e sentir parlare di cose perdute nell’oblio della storia rende tutto ancora più magico.

Nello specifico il testo è tratto dal libro dell’autrice tedesca Judith Schalansky edito in Italia da Nottetempo con il titolo Inventario di alcune cose perdute.

Lo spettacolo che ha debuttato il 28 maggio andrà in scena ancora dal 1 al 6 giugno.

Racconti per Ricominciare

Dopo il successo della prima edizione, testimoniato dall’entusiasmo del pubblico che ha apprezzato la qualità della proposta e del connubio teatro-spazi, quest’anno Racconti per Ricominciare, che aderisce al progetto “la Campania è Teatro, Musica e Danza” promosso da ARTEC/ Sistema MED in collaborazione con Scabec, torna con una nuova edizione che ancora una volta coinvolge un numero importante di lavoratori dello spettacolo e numerose realtà territoriali e istituzionali, mettendo a sistema l’idea dello spettacolo dal vivo come attivatore del patrimonio culturale, in un rapporto di reciprocità tra linguaggio artistico e ambiente naturale che permetta di riappropriarsi di quel legame con l’esperienza teatrale che è volano per la rinascita culturale.