Only Murders in the Building, il regista svela i possibili risvolti della terza stagione

Il co-creatore di Only Murders in the Building, John Hoffman, rivela dove potrebbe andare a parare la serie di successo di Hulu nella già rinnovata terza stagione.

Only Murders in the Building

(*Spoiler per il finale della seconda stagione di Only Murders in the Building*)

Il co-creatore di Only Murders in the Building, John Hoffman, svela quali saranno i prossimi sviluppi della serie, in termini di temi narrativi. Guidata dal trio Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez, la commedia misteriosa ha fatto subito colpo quando ha debuttato su Disney+ alla fine dello scorso anno.

La serie è stata rapidamente rinnovata per una seconda stagione e la terza ha ricevuto un rinnovo altrettanto rapido. Gran parte del merito va alla chimica dei tre protagonisti e alla loro capacità di giocare l’uno con l’altro.
Ma come ha dimostrato la più estesa stagione 2 di Only Murders in the Building, gran parte del fascino dello show è dovuto a un team di sceneggiatori che sa quando mettere da parte Gomez, Short e Martin a favore di una ormai familiare rosa di ospiti ricorrenti.

Utilizzando l’ambientazione centrale dell’Arconia come trampolino di lancio, la serie di successo ha esaminato i rapporti conflittuali tra i genitori, la convivenza con la disabilità e un senso generale di perdita difficile da verbalizzare. Anche se c’è sempre una morte raccapricciante da risolvere, compresa quella del nuovo personaggio di Paul Rudd, Only Murders brilla quando va più in profondità.

Discutendo con Variety del finale della seconda stagione di Only Murders in the Building, Hoffman ha parlato di come la serie potrebbe andare avanti. Il regista ha sottolineato che il personaggio di Short, Oliver, diventerà una parte più centrale dell’arco emotivo dello show. Ha anche detto che la serie si occuperà della questione del successo, a quali costi, e se i personaggi centrali sono destinati a essere perseguitati dalla morte.

Only Murders in the Building

Lo stesso Hoffman ha raccontato, “Nella terza stagione faremo ovviamente un salto nel teatro, e Oliver sarà un po’ più centrale nell’arco emotivo. È il suo ritorno a Broadway e questo si lega per tutti loro a una questione di successo – ma a quale costo? Ciò che accade alla fine della seconda stagione pone una domanda: Queste tre persone sono forse condannate ad avere per sempre la morte intorno a loro?”

Poi prosegue, “Siamo solo a quattro settimane di lavoro per la terza stagione, ma ci sono già delle belle possibilità romantiche che pongono alcune domande. Sei in grado di assumerti un impegno, o dovresti assumerlo? L’idea fa impazzire”.

Hoffman, che ha creato lo show insieme a Steve Martin, si concentra proprio sulla difficoltà della premessa di Only Murders. Nel finale della seconda stagione, il personaggio di Rudd, Ben, muore e non è credibile che sia successo per la terza volta a queste stesse persone.

Ma sembra che gli sceneggiatori si appoggeranno proprio a questo, forse ponendo la questione di come tutte queste morti abbiano offerto ai protagonisti fama e adorazione e di fatto la compagnia che cercavano all’inizio della serie.

Only Murders in the Building

Nella stessa intervista, Hoffman scherza sul fatto che Only Murders in the Building può durare molte stagioni, nel suo formato attuale, che prevede l’ingresso di grandi ospiti speciali e si affida in modo relativamente massiccio al suo cast ricorrente, questa commedia ha forse trovato un modo per prolungare segretamente la sua longevità.

I singoli episodi sono forti e persino notevoli, mentre i finali sono stati finora una delizia, il che suggerisce che c’è una solida base in atto per qualsiasi cosa Hoffman e il suo team decidano di fare.