La tragedia che ha colpito Elio e le Storie tese: come la famiglia affronta la malattia…

Il cantante Elio del gruppo Elio e le Storie Tese racconta la difficile storia della malattia di suo figlio durante uno dei loro concerti per beneficenza. Ecco cosa ha detto.

Il gruppo musicale Elio e le Storie Tese si è esibito, poco più di un mese fa, in occasione del “Concertozzo di fine sfiga” a Bergamo. Si tratta di un evento di beneficienza per aiutare i profughi ucraini che scappano dalla guerra nel loro paese. La celebre band italiana si è riunita per una buona causa e ha fatto divertire il suo pubblico con le sue canzoni più irriverenti ed ironiche.

La loro performance non è stata, però, tutta risate. Anzi, c’è stato un momento di grande commozione dovuto al racconto e all’appello fatto dal leader del gruppo, Elio. Una richiesta, la sua, che parte da una situazione intima molto delicata ma si estende a tutte quelle persone che affrontano la sua stessa problematica.

Elio si è dimostrato molto coraggioso nell’ammettere la presenza di una malattia pesante proprio tra i membri della sua famiglia. Infatti, suo figlio Dante di dodici anni è affetto da autismo, una condizione di salute estremamente complicata da fronteggiare.

Dinnanzi a diecimila persona Elio, tramite la figura di Dante, ha voluto sensibilizzare quanta più gente possibile con lo scopo di dare voce a coloro che sono affetti da questa complessa malattia.

Prima dell’intervento di Dante sul palco di Bergamo, Elio aveva rilasciato un’intima intervista riguardo la condizione del figlio e i problemi a cui lui e altri affetti da autismo vanno incontro. In quella occasione aveva messo in evidenza quanto in Italia il trattamento riservato agli autistici fosse poco adeguato e per nulla democratico.

Il sistema sanitario italiano non include la maggior parte delle famiglie nelle sue cure e non è abbastanza aggiornato sulle diverse caratteristiche della malattia.

Tuttavia, Dante ha voluto mandare un messaggio di positività quando durante il concerto di suo padre ha dichiarato “Sono autistico e ne vado fiero – Godetevi lo spettacolo, ma per favore rispettate le persone autistiche”.

Le parole di Elio

Al Corriere della Sera Elio, qualche tempo fa, ha rilasciato un’intervista molto dura ma che spiega perfettamente i faticosi momenti a cui gli autistici e le loro famiglie fanno fronte. Ciò che salta all’occhio è che spesso queste famiglie vengono lasciate sole nelle difficoltà soprattutto a causa di una cattiva informazione.

Di fatti, quello che in Italia principalmente manca è un’adeguata preparazione sanitaria, emotiva e sociale utile per sostenere e guidare gli autistici in determinati percorsi di recupero. È importante, quindi, che ci sia una diagnosi tempestiva in modo tale che si possa agire tempestivamente sui soggetti. Ecco le parole di Elio:

“Ci dicevano che bisognava aspettare i 3 anni. Ma già a un anno i segnali dell’autismo possono essere tanti. Il problema è che esistono poche figure specializzate in grado di intercettarli, per intervenire al più presto. Anche ora che Dante ha 12 anni, dobbiamo noi da casa guidare gli insegnanti di sostegno”.

La famiglia, spesso, si fa carico di questioni che dovrebbero appartenere alla sfera sanitaria senza ricevere un’assistenza appropriata. E l’unica vera vittima di questi ritardi è la persona affetta da autismo, la quale avrà sempre meno possibilità di migliorare. Elio continua:

“Esiste una terapia comportamentale che aiuta ragazzi e ragazze autistici a essere inclusi e costruirsi le armi per vivere una vita autonoma e indipendente. Ma nelle scuole non ci sono le competenze”. Siamo all’anno zero, anzi sottozero”.

Per i ragazzi e ragazze autistici, quindi, andare a scuola, praticare sport e sperimentare la relazione con l’altro deve essere per una priorità della società moderna. Le frasi di Elio non rappresentano, però, una critica quanto piuttosto una sorta di monito per cercare di cambiare la situazione ed accogliere sempre più famiglie in un sistema che possa funzionare bene per tutti. Elio aggiunge questa riflessione profondamente onesta:

“Penso anche che stiamo lasciando indietro potenziali uomini e donne che domani potrebbero pagare le tasse, piuttosto che essere un costo. Dobbiamo avere attenzione a ciò che ci sta attorno; stare attenti agli altri; volerci bene”.