Dahmer, 10 cose realmente accadute in Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer

Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è un’agghiacciante ricostruzione della storia di un noto serial killer, in cui vengono mostrate molte cose realmente accadute.

Jeffrey Dahmer

Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è l’ultima serie true crime trasmessa da Netflix. Basata sul noto serial killer degli anni ’90 che avrebbe dovuto scontare 15 ergastoli consecutivi per l’omicidio, lo smembramento e persino il consumo di 17 ragazzi, ad interpretare il personaggio principale troviamo Evan Peters.

Il finale non fornisce molte indicazioni su quali parti della serie siano vere e quali no, in effetti, ci sono molte cose che si basano sui fatti, ma alcuni dettagli sono stati alterati per creare un effetto più drammatico.

Il panino con la carne

Jeffrey Dahmer

Sebbene la serie si prenda alcune libertà nel raccontare le storie, una scena in particolare era vera: quella in cui Dahmer fa visita a Glenda Cleveland con un panino pieno di carne come offerta di pace. Tuttavia, la verità è leggermente modificata.

La Cleveland non era in realtà la vicina di casa di Dahmer, ma viveva in un edificio adiacente, però assisteva al suo strano comportamento oltre a vedere all’andirivieni di persone da casa sua. In realtà la vicina era un’altra donna, Pamela Bass, residente a pochi passi da Jeffrey, sempre negli appartamenti Oxford. Il personaggio della Cleveland nello show è probabilmente basato su una combinazione delle due donne.

Secondo quanto riportato nel documentario The Jeffrey Dahmer Files, la Bass ha dichiarato che Dahmer preparava spesso panini per alcuni vicini del palazzo. “Probabilmente ho mangiato una parte del corpo di qualcuno”, ha detto la donna, la frase da sola basta a classificare questa serie tra i true crime più raccapriccianti.

Glenda Cleveland ha chiamato ripetutamente la polizia

Sebbene la Cleveland non vivesse nell’appartamento accanto, fu testimone di molti avvenimenti insoliti nella zona e dello strano comportamento di Dahmer, chiamando ripetutamente la polizia. Questo anche dopo che la figlia e la nipote le avevano raccontato dell’incidente con Konerak Sinthasomphone. La Cleveland ha effettivamente continuato a chiamare la polizia affinché lo seguisse.
Quando in seguito si accorse della scomparsa di Sinthasomphone, la Cleveland chiamò di nuovo la polizia e persino l’FBI nella speranza che si occupassero di Dahmer, ma senza successo. L’assassino avrebbe ucciso altre cinque persone dopo Sinthasomphone prima di essere catturato.

Gli agenti di polizia hanno lasciato andare Sinthasomphone

Jeffrey Dahmer

La storia dei due agenti di polizia chiamati sul posto quando Sinthasomphone riuscì a fuggire è vera, anche se Glenda Cleveland non era fisicamente presente in quel momento, erano presenti la figlia e la nipote. Le due hanno chiamato la polizia quando si sono accorte che il giovane sembrava drogato, sanguinante e sofferente. La storia si è svolta in modo simile a come è stata mostrata, con gli agenti di polizia che hanno creduto alla storia di Dahmer riportando il ragazzo nell’appartamento del ‘mostro’.

Dopo l’arresto di Dahmer, gli agenti di polizia furono licenziati per negligenza, ma in seguito furono reintegrati e gli vennero anche dati gli stipendi arretrati. John A. Balcerzak divenne capo dell’associazione di polizia, mentre Joseph P. Gabrish divenne capitano e capo ad interim di un dipartimento di polizia.

Entrambi gli uomini, da tempo in pensione, hanno continuato a difendere le loro decisioni anche dopo la morte di Dahmer, la controversia sulla razza e la presunta incompetenza della polizia aggiungono un ulteriore elemento alla serie, rendendola degna di essere annoverata tra le migliori sui serial killer presenti su Netflix.

Gli animali trovati sulla strada

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Come viene mostrato nelle scene flashback, Dahmer e suo padre Lionel raccoglievano effettivamente gli animali morti sulla strada, ne sezionavano e analizzavano i resti. Quando Lionel, un chimico, scoprì che il figlio aveva un grande curiosità per questa attività, pensò che si trattasse di un interesse legittimo per la ricerca e la tutela degli animali, avrebbe potuto portare a ulteriori studi e a un’eventuale carriera.

Sebbene i fan abbiano opinioni contrastanti al riguardo, molti sostengono che Lionel, essendo lui stesso uno scienziato, abbia ritenuto sensato che il figlio fosse predisposto geneticamente a nutrire interessi simili. Anche se all’epoca non vide alcun segnale di allarme, Lionel Dahmer ha scritto nel suo libro che ritiene di aver trascurato molti segnali.

Il Photobombing al liceo

Jeffrey Dahmer

In una strana scena mentre Dahmer è ancora al liceo, lo si vede partecipare a un servizio fotografico per l’annuario della Honor Society, posare al centro della foto e poi andarsene. In seguito, alcuni adolescenti infuriati notano il suo volto e successivamente lo oscurato nelle copie distribuite.

Questo non solo è accaduto realmente, ma le foto vere e proprie sono riemerse su Reddit. Yahoo! Life ha citato un ex compagno di classe, Mike Krukal, intervenuto nel documentario Jeffrey Dahmer: Mind of a Monsterm, l’uomo afferma che Dahmer faceva spesso scherzi del genere. Questo tipo di azioni non sono state raccontate in altri film come My Friend Dahmer, che si colloca tra i film più sottovalutati sui serial killer.

Il tentato suicidio di Joyce

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In una scena successiva all’arresto e all’incarcerazione di Dahmer, si vede sua madre Joyce Flint scollegare il fornello a gas della cucina e tentare di porre fine alla sua vita. Secondo gli archivi questo fatto è realmente accaduto, la donna sarebbe stata trovata a faccia in giù nella sua cucina.

Trasportata subito in un centro medico, la donna respirava ancora ed è riuscita a salvarsi, come mostrato nella serie, la Flint ha anche scritto un biglietto a mano chiedendo di essere cremata, descrivendo la sua vita come “solitaria” e dichiarando il suo amore per entrambi i figli. In seguito, la Flint è morta anni dopo, nel 2000, per un cancro al seno all’età di 64 anni.

Le storie delle vittime principali della serie

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Anche se non tutte le storie potrebbero essere del tutto veritiere, tutte le vittime mostrate nella serie sono effettivamente basate sui reali crimini di Dahmer. Il suo primo omicidio fu quello del 18enne autostoppista Steven Hicks.
Tony Hughes, protagonista dell’episodio in gran parte taciuto, era effettivamente un giovane sordo che fece amicizia con Dahmer e divenne anch’egli una delle sue vittime. Sebbene non siano state raccontate le storie di tutte le vittime, il numero totale di 17 è accurato e si basa sulle condanne, sui fatti di cronaca e sulle confessioni dello stesso Dahmer.

Jeffrey Dahmer è stato battezzato

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Poco prima del suo omicidio, Dahmer viene visto parlare di Dio in prigione con un prete, in seguito dichiara di voler essere battezzato e la cerimonia si svolge in una piccola vasca della prigione.
Secondo quanto riportato, non solo Dahmer è stato effettivamente battezzato mentre era in carcere, ma è anche accaduto nello stesso giorno in cui veniva giustiziato un altro noto serial killer, John Wayne Gacy, come infatti si vede. Un altro dettaglio della serie su questo giorno fatidico è risultato vero: si verificò un’eclissi solare.

Jeffrey Dahmer è stato ucciso in prigione

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È stato confermato da tempo che Dahmer è stato ucciso in prigione da un compagno di cella, Christopher Scarver. Secondo un estratto di una notizia, Scarver affermò, “Dio mi ha detto di farlo”.
Stando all’intervista rilasciata da Scarver al New York Post nel 2015, l’uomo interrogò Dahmer sui suoi crimini, come si vede nello show, chiedendogli se li avesse davvero commessi. Quindi ha iniziato a picchiare brutalmente Dahmer con una barra di metallo della sala pesi. Secondo quanto riferito, Scarver è ancora vivo e in prigione dove pubblica le sue poesie.

Lionel si rifiutò di far studiare il cervello di Jeffrey

Jeffrey Dahmer

In seguito ai tentativi della signora Flint di far studiare il cervello del figlio da un’università, dopo la sua morte, per cercare di determinare la causa di ciò che era, Lionel Dahmer si oppose fermamente alla sua volontà davanti al tribunale.

Lionel Dahmer sostenne di aver un testamento in cui si affermava chiaramente che il corpo di Jeffrey doveva essere cremato, così da lui deciso.
Come descritto nell’avvincente serie, i due ex coniugi si affrontarono in tribunale e Lionel vinse, facendo sì che il cervello di Jeffrey venisse cremato senza che nessuno studio procedesse in tal senso. Il cervello di Dahmer è stato conservato nella formaldeide per anni fino alla decisione finale.