007 No Time to Die, il film può essere visto anche da chi sa poco o niente del personaggio? Recensione

Con No Time to Die, film da poco disponibile sulla piattaforma di streaming Amazon Prime, la saga di James Bond raggiunge il suo venticinquesimo capitolo. Ma il film può essere visto anche da chi sa poco o niente del personaggio o bisogna recuperare tutti i film precedenti?

Più action che spionaggio

Partiamo da una premessa: se quello che cercate in No Time To Die è un action movie più che un film thriller e di spionaggio allora non rimarrete delusi. Sì, perché in questo film di 007 tutto ciò che riguarda il mondo delle spie è lasciato sullo sfondo, venendo quasi solo accennato.

Più presente invece la parte action, con incredibili scene d’azione cariche di suspence che vi terranno sicuramente attaccati allo schermo. Manca però tra queste la ciliegina sulla torta, la scena mozzafiato pronta a rimanerci impressa nella mente.

Il film ha una durata sicuramente importante (circa due ore e mezza) ma questa non si fa sentire, grazie all’ottima regia di Cary Fukunaga capace di evitare momenti morti sia nelle scene più concitate, così come in quelle di soli dialoghi.

Da sottolineare anche l’apporto portato dalle musiche composte da Hans Zimmer, una garanzia in tal senso, ma anche il tema principale No Time to Die cantato da Billie Eilish il quale accompagna i magnifici titoli di testa non lascia assolutamente delusi.

007, oltre il mito

Un film che non pesa nonostante la sua durata, come già detto, ma che vede comunque un problema principale nella sua trama: la difficoltà nel partire, portando alla bruttissima sensazione che il film non sappia dove voglia andare a parare. È quindi inevitabile un giudizio a metà, dato dall’abilità di questo film di catturare la nostra attenzione nonostante la trama di certo non promossa.

Ottima invece l’idea di mettere al centro della storia James Bond in quanto uomo e non in quanto simbolo, il personaggio della spia viene così svestito del suo status di mito per mostrarci il suo volto più umano.

Un aspetto che ben si sposa con l’attore britannico Daniel Craig, giunto alla quinta e ultima apparizione come James Bond, perfetto nella fisionomia e nell’interpretazione di un Bond ormai ritirato e in difficoltà per il passare dell’età che non risparmia nemmeno un’icona del cinema come lui.

Altalenanti i dialoghi, non di certo il punto forte della pellicola, che passano da una buona scrittura ad una pessima dando a volte una sensazione di naturalezza e a volte invece di artificialità.

Non solo Bond

Ad un ottimo protagonista deve sempre fare da contraltare un ottimo nemico e ad un personaggio iconico come James Bond hanno spesso fatto da nemesi villain a loro volta iconici. Una regola che però non viene rispettata in questo capitolo del franchise a causa di un villain, Lyutsifer Safin interpretato da Remi Malek, poco incisivo.

Un giudizio negativo dato anche dalle motivazioni molto confuse del personaggio, troppo vaghe inizialmente e banali poi. Nota positiva invece l’interpretazione del premio oscar Remi Malek capace di regalare al personaggio un’aura inquietante, nonostante tutto.

Ottima spalla invece l’agente Nomi, interpretata da Lashana Lynch, la nuova 007 in sostituzione del ritirato Bond, che convince nel suo ruolo di agente rigido e attento al regolamento facendo così da perfetto contrario al sempre fuori dalle righe Bond. Davvero buona anche la prova di Ana de Armas nel ruolo dell’agente della CIA Paloma, capace di rimenare impressa nonostante lo scarso minutaggio che le è stato concesso sullo schermo.

Il ruolo della femme fatale tocca invece questa volta a Lea Seydoux, brava nella sua interpretazione del personaggio di Madeleine Swann, donna taciturna e combattuta tra l’amore per Bond e gli spettri del suo passato.

Un film per tutti

Insomma, 007 – No Time to Die è un film apprezzabile anche da chi non conosca l’universo di James Bond? La risposta è che sì, il film può essere visto anche senza recuperare per forza i film precedenti, nonostante questo capitolo della saga si colleghi in quanto a trama ai suoi predecessori. Ottimo in tal senso il lavoro di regista e scrittori nel rendere apprezzabile la pellicola sia per un pubblico affezionato sia casuale, riuscendo a non far pesare troppo i collegamenti con gli altri film.

Certo, uno spettatore che non conosca il mondo di James Bond potrà poco apprezzare le apparizioni di personaggi iconici come il capo del MI6 Gareth Mallory (Ralph Fiennes), Eve Moneypenny (Naomie Harris) e Q (Ben Whishaw), nonché la nemesi bondiana per eccellenza Ernst Stravo Blofeld (Christop Waltz) ma il loro ruolo non risulta mai così tanto centrale da far perdere il filo della trama anche senza conoscerli a fondo.

In definitiva 007 – No Time to Die risulta essere un ottimo film action che fatica però a regalare guizzi memorabili, e che purtroppo non arriva nel suo intento di dare un epico finale al Bond di Daniel Craig, ma riesce comunque a rendere piacevole il tempo dedicatogli. Anche per chi di James Bond conosce solo il mito.