“Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza”. Il nuovo docufilm di Nexo Digital

“Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza” è un documentario prodotto da Sky Arte, Ballandi e Nexo Digital, con il patrocinio del Comune di Firenze. Realizzato all’interno della rassegna “La Grande arte cinema”, il docufilm esce nelle sale solo il 28, 29 e 30 novembre.

Primavera

“Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza”

Dopo il grande successo di “Firenze e gli Uffizi”, Nexo Digital porta in sala il nuovo docufilm “Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza“, scritto da Francesca Priori e diretto da Marco Pianigiani, con la voce narrante di Jasmine Trinca.

“Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza” è il terzo titolo della stagione autunnale de La grande arte al cinema, un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, distribuito in Italia grazie ai media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e Abbonamento Musei.

L’arte di Sandro Botticelli è ripercorsa nel documentario attraverso gli interventi di eminenti esperti italiani e stranieri: Alessandro Cecchi, Direttore del museo Casa Buonarroti di Firenze; Ana Debenedetti, curatrice della sezione disegni e dipinti del Victoria & Albert Museum di Londra; Franco Cardini, professore di Storia Medievale all’Università di Firenze.

Jonathan Nelson, professore di storia dell’arte presso la Syracuse University di Firenze; Marco Ciatti, Direttore dell’Opificio delle pietre dure di Firenze; Kate Bryan, storica dell’arte; Chiara Cappelletto, professore associato di estetica al Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano; Edward Buchanan, Direttore creativo di Sansovino 6.

Nascita di Venere

Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, detto Botticelli

Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, (pare che il soprannome Botticelli fosse inizialmente attribuito al fratello Giovanni), nacque a Firenze il primo marzo del 1445.

Sandro era l’ultimo di quattro figli maschi, nati e cresciuti in una famiglia modesta. Mariano di Vanni Filipepi, il padre, era un conciatore di pelli che possedeva una bottega, dove Sandro ricevette una prima educazione.

Dopo l’apprendistato nella bottega di Filippo Lippi, nel 1470 Sandro si mise in proprio, dando l’inizio a una ricca stagione artistica in cui conobbe molti altri pittori rinascimentali, tra cui il Verrocchio.

Adorazione dei magi

La sua fama si sparse capillarmente in tutta Firenze, giungendo alla corte dei Medici, la più nobile e potente famiglia di quegli anni. A questo periodo risalgono infatti i primi grandi capolavori, come l’Adorazione dei Magi eseguito tra il 1473 e il 1474.

Nel quadro Botticelli inserì i ritratti dei membri della famiglia, da Cosimo il Vecchio ai suoi figli Piero e Giovanni, compresi Lorenzo il Magnifico, Giuliano de’ Medici e altri personaggi della corte medicea.

Botticelli realizzò molte opere che celebrassero gli esponenti della corte. Un esempio è il celebre Ritratto di Giuliano de’ Medici (1478), con evidenti influenze fiamminghe. Il quadro è ritenuto uno dei più simbolici di Botticelli poiché ricco di significati metafisici, come la porta semiaperta sullo sfondo e la tortora in primo piano.

Giugliano de’ Medici

Si aprì anche una breve stagione romana: con Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino, Botticelli fu richiamato a Roma da Papa Sisto IV per affrescare le pareti della Cappella Sistina. Qui eseguì in totale tre affreschi: le Prove di Mosè, le Prove di Cristo e la Punizione di Qorah, Dathan e Abiram.

Minerva e il Centauro

Il rientro a Firenze segnò invece l’inizio di una proficua produzione di ispirazione greco-romana. Emblematici di quel periodo sono i dipinti della Primavera e della Nascita di Venere, entrambi commissionati da Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo e allievo di Marsilio Ficino, niente meno che l’esponente di punta del neoplatonismo.

Dopo un’ulteriore parentesi dedicata a temi religiosi, la fama di Botticelli iniziò a diminuire, anche perché all’orizzonte si stavano affermando nuovi talenti, come Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio.

Sandro era quasi del tutto inattivo quando morì, in estrema povertà e accusato più volte di sodomia, il 17 maggio del 1510.

Inferno