On the Line: un film che tiene il pubblico con il fiato sospeso. Recensione

Uno speaker radiofonico notturno si vedrà costretto ad affrontare il peggior turno della sua vita.

On the Line è una pellicola che marca la tensione e la frenesia che investono il protagonista a causa di un avvenimento inaspettato durante il suo programma in radio.

Elvis Cooney (Mel Gibson, noto attore per film come Braveheart-Cuore impavido e la saga di Arma Letale) è un conduttore radiofonico conosciuto per la sua presunzione e per la sua lingua tagliente. Infatti, il suo programma, che inizia a mezzanotte, consiste nell’ascoltare le domande del suo pubblico e dare dei consigli.

La particolarità dei suoi ascoltatori è che, per la maggior parte, chiedono consigli su problemi riguardanti le relazioni, il lavoro e anche piccole crisi di nervi o principi di depressione. Elvis, però, a tutti questi tipi di domande risponde in modo cinico, ironico, senza dare troppa importanza ai dilemmi dei suoi spettatori.

E sarà proprio a causa di questa impudenza che durante un suo turno di lavoro avrà grossi problemi con un ascoltatore. Prima della fatidica chiamata in diretta, però, Elvis annuncia ai suoi ascoltatori nottambuli che nella sua squadra è appena arrivato un nuovo mixer, Dylan (William Moseley), che verrà accolto dal conduttore in modo non del tutto convenzionale.

Dopo il suo “battesimo di fuoco”, Elvis inizia la sua trasmissione, risponde a qualche domanda e poi riceve una chiamata da un certo Gary che comincia a parlargli come se lo conoscesse da molto tempo, arrivando persino a minacciarlo in diretta radiofonica.

Sulle prime, Elvis crede che sia l’ennesimo ascoltatore instabile che chiama durante la diretta per scherzare o dare fastidio, ma quando Gary gli comunica che ha rapito sua figlia e sua moglie, lo speaker radiofonico capisce che nessuno sta giocando.

A questo punto inizia la corsa irrefrenabile di Elvis per tutta la sede della radio in cerca della sua famiglia, dal momento che Gary gli ha detto che ha nascosto sua moglie e sua figlia nell’edificio.

Ma c’è un incentivo in più per correre da loro: sono state piazzate delle bombe che esploderanno entro 40 minuti e se Elvis non riesce a trovare le sue ragazze in tempo, salterà tutto in aria.

A questa spasmodica ricerca si unisce anche il neoarrivato Dylan, che aiuterà Elvis nella sua impresa. Per tutto il tempo che Elvis e Dylan corrono per le stanze, attraversano infiniti corridoi, salgono numerosi piani e si insinuano per diversi percorsi secondari, il pazzo maniaco è sempre in diretta radiofonica e parla sia con Elvis (costretto ad indossare delle cuffie per ascoltarlo) che con il suo pubblico (sgomento e inorridito da quello che sta succedendo).

Riuscirà Elvis a ritrovare la sua famiglia così da impedire che l’intera sede radiofonica salti in aria? Il film è diretto da Romuald Boulanger, noto regista francese per i film Haters e Connctés, usciti rispettivamente nel 2021 e nel 2020. La produzione è della R-Lines Productions, CaliWood Pictures, Three Point Capital e Bondlt LLC, mentre la sceneggiatura appartiene sempre al regista Boulanger.

On the Line è un film di genere thriller, focalizzato sul protagonista e con quasi un’unica ambientazione. Infatti, lo speaker è al centro della tensione della storia e la vicenda si sciorina nell’edificio della radio per il 98% delle scene.

Molto spesso ci sono primi piani del protagonista, per mostrare al meglio come lui si sente e se lui si ferma durante la corsa, tutti gli altri si fermano con lui, persino l’assassino. Sembra quasi che i due ballino insieme e uno segua i passi dell’altro, aspettando la prossima mossa da fare.

A volte, ci sono scene troppo forzate al dramma, altre volte abbiamo delle sequenze che vanno a rilento, sebbene sia un film dove, per la maggior parte del tempo, si è obbligati a correre. La trama è abbastanza piatta fino alla fine, dove c’è un colpo di scena quasi inaspettato ma che con il senno di poi è percepibile durante il film.

Ad esempio, se una persona guardasse la pellicola conoscendo già il finale, noterebbe degli elementi che ti rimandano alla fine. Quindi, per la maggior parte del tempo, la storia è monotona ma viene salvata all’ultimo da un finale in stile “matrioska”: perché il finale “a sorpresa” ne contiene un altro inaspettato a sua volta.

Se siete amanti dei thriller, anche quelli più leggeri e un po’ scontati, potete dare una possibilità a questo film. Inoltre, abbiamo Mel Gibson, un attore che mette anima e cuore nei personaggi che interpreta. Cosa che riesce a fare anche qui ed è proprio grazie alla scelta di questo pezzo da 90 di Hollywood che la pellicola è riuscita bene.