1899: la spiegazione del finale della serie Netflix nel dettaglio

Dai creatori di Dark è sbarcata su Netflix 1899, una serie sci-fi thriller dai toni dark che ha conquistato migliaia di spettatori in tutto il mondo. Come per la fortunata serie sui viaggi nel tempo, 1899 fa del mistero il suo punto di forza, svelando a poco a poco l’incredibile storia dietro il Kerberos, un transatlantico diretto a New York e carico di passeggeri in fuga dal loro passato.

1899

In soli otto episodi la serie costruisce un universo di legami e storie che conquistano e mettono in dubbio la realtà in cui vivono i protagonisti. Sono tante le domande che affollano la mente di chi guarda: che fine ha fatto l’equipaggio del Kerberos? Chi è il misterioso bambino unico sopravvissuto del transatlantico? Chi sta inviando i messaggi con le coordinate dell’imbarcazione?

La storia si infittisce e gli eventi si fanno sempre più oscuri e inspiegabili, finché il colpo di scena finale non svela cosa si nasconde dietro gli innumerevoli segreti del viaggio. Alla fine la verità viene a galla, ma, come sa bene chi ha concluso la serie, è soltanto una minima parte di ciò che davvero sta accadendo.

Il finale di 1899 apre le porte a una seconda stagione e a decine di altre domande ancora senza risposta. Prima di ripartire con un altro viaggio, ecco la spiegazione del finale (con spoiler) della prima stagione di questa incredibile serie.

1899: la spiegazione del finale [SPOILER]

Kerberos e Prometheus

I due transatlantici sono legati da un destino condiviso: la morte progressiva e misteriosa dei passeggeri delle due navi. Quando Elliot, il bambino trovato sul Prometheus, sale sul Kerberos, cominciano ad accadere cose strane che portano infine a un suicidio collettivo di quasi tutti i passeggeri, ad eccezione dei protagonisti della storia.

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Come poi veniamo a sapere nell’ultima puntata, i pochi sopravvissuti sembrano far parte di un equipaggio spaziale e costretti a rivivere in loop il loro viaggio sulla nave, prigionieri di una simulazione di cui ancora sappiamo ben poco. Il Kerberos e il Prometheus sono la stessa nave ma fanno parte di due simulazioni diverse, una antecedente all’altra. In una scena viene infatti mostrata una distesa di transatlantici tutti uguali ma con nomi diversi: ognuno di loro rappresenta una simulazione conclusa della stessa situazione.

Chi ha creato la simulazione

Prima del finale di stagione gli spettatori sono portati a pensare che sia Henry Singleton, il padre di Maura, ad aver creato la simulazione per analizzare i comportamenti dei passeggeri selezionati e comprendere la mente umana.

Il colpo di scena finale ci svela invece che è stata proprio Maura ad aver creato tutto ciò, anche se la sua memoria è stata cancellata, probabilmente da lei stessa. Daniel e Elliot, gli unici due sopravvissuti del Prometheus, sono rispettivamente il marito e il figlio di Maura, che però non ha ricordi della sua vita precedente.

I due sono gli unici ad essere coscienti di trovarsi in una simulazione e tentano in ogni modo di far tornare la memoria a Maura per poter fuggire da quel loop eterno. Ma perché la donna ha creato la simulazione? La serie non lo ha spiegato nel dettaglio, ma lo ha fatto intendere più di una volta: Maura non riusciva ad accettare che suo figlio Elliot stesse per morire (forse per via di una malattia) e ha intrappolato lei e la sua famiglia dentro il loop.

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Non è ancora chiaro chi siano gli altri passeggeri e perché siano dentro la simulazione anche loro. Sembra che l’universo alternativo creato da Maura sia ben più grande e complesso di un semplice viaggio nell’Atlantico e che abbia coinvolto anche altri passeggeri della nave spaziale.

La piramide, lo scarafaggio e la chiave in 1899

Tra gli elementi ricorrenti nella serie ci sono la piramide, lo scarafaggio e una chiave posseduta da Maura. Tutti e tre sono legati alla conclusione della simulazione: la piramide e la chiave sono gli oggetti che servono a terminare la finzione in cui vivono i passeggeri. Elliot possiede la piramide, ma senza la chiave di Maura non può terminare la simulazione; la donna, però, non ricorda alcunché della sua vita passata, né dove ha nascosto la chiave.

Daniel cerca in ogni modo di farle tornare la memoria, ma con scarsi risultati: Maura non riesce ad accettare le spiegazioni dell’uomo e fatica a comprendere che nella vita passata avesse una famiglia con lui.

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Lo scarafaggio invece è una memoria che appartiene alla vita precedente di Maura, il legame con un dolce ricordo insieme a Elliot. È evidente che la donna, nel profondo, ha ancora dei ricordi sopiti che manifesta proprio tramite uno scarafaggio verde che guida lei e gli altri verso il passato.

Passato che, come vediamo sin dai primi episodi, si nasconde nelle botole sotto i letti dei passeggeri: si trattano di passaggi che conducono alla vita precedente di ciascuno di loro, verso episodi che i protagonisti avrebbero voluto cancellare per sempre.

Il “virus” della simulazione e le siringhe

Nelle ultime puntate di 1899 appare una strana struttura nera che comincia a riempire la nave. I passeggeri cercano di fuggire da quella strana sostanza e scoprono che, se la toccano, cominciano loro stessi a ricoprirsi di nero.

Essendo una simulazione ciò di cui stiamo parlando, la struttura nera è un vero e proprio virus che altera l’andamento della storia. Vediamo infatti Daniel che armeggia con alcuni strumenti per modificare il codice della simulazione e cambiare una volta per tutte la conclusione del viaggio. Come spiega lui stesso durante la serie, il suo si tratta di uno dei suoi tanti tentativi di fermare la simulazione.

Anche le siringhe hanno un ruolo centrale nella storia: una nera e una bianca, servono rispettivamente per resettare i ricordi di una persona e mandarla nella simulazione e per, al contrario, riportare i ricordi alla mente e riprendere contatto con la realtà.

Maura fugge dalla simulazione

Negli ultimi minuti del finale di stagione vediamo Maura risvegliarsi finalmente dal suo “sonno” e riprendere tutti i ricordi. Dopo gli innumerevoli tentativi fallimentari di Daniel, ecco che la donna apre gli occhi nella realtà (o perlomeno sembra che lo sia) e si ritrova dentro una navicella spaziale insieme agli altri passeggeri, ancora addormentati in una sorta di macchina collegata alla loro mente.

Un colpo di scena spiazzante che non fa altro che generare nuove domande che (forse) troveranno risposta nella seconda stagione della serie. Maura, visibilmente confusa, trova un bigliettino attaccato a una delle macchine con scrittomay your coffe kick in before reality does, una frase che era comparsa anche in altre puntate, scritta ripetutamente nei manuali di bordo.

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La serie non spiega mai il vero significato della frase rapportato agli eventi, ma potrebbe semplicemente essere un modo per prendersi gioco dei protagonisti della simulazione, ignari del loro destino.

Ci sono ancora tante domande a cui 1899 deve rispondere e tante possibilità ancora da considerare: Elliot è ancora vivo nella realtà? Sebastian potrebbe essere il fratello di Maura? La navicella spaziale e la simulazione fanno parte di un progetto ancora più grosso? Non resta che aspettare la prossima stagione.