The Glory: il k-drama sudcoreano di Netflix tra thriller e crime | Recensione

A chiusura di un anno ricco di successi per quanto riguarda il mondo del cinema e delle serie,l’intenzione dei vertici di Netflix hanno programmato l’uscita di The Glory.

Il nuovo thriller coreano sorprende gli spettatori

La serie diretta da An Gil-ho e scritta da Kim Eun-sook disponibile su Netflix dal 30 dicembre 2022 mostra ancora una volta quanto il colosso dell’intrattenimento punti sul promuovere produzioni sudcoreane, visti i risultati precedenti, di elevata qualità. In Un K-Drama che non fa altro che confermare il successo di questa decisione, la protagonista da vittima innocente si trasforma in una  carnefice senza scrupoli dei suoi aguzzini.

Del resto quando si tratta di storie di vendetta consumata o da consumarsi l’industria sudcoreana ha sempre saputo offrire al grande pubblico  internazionale. Ci hanno fatto entrare nelle vite delle vittime di turno alimentate dall’odio, dal dolore e dalla rabbia covata per anni nell’ombra e nel silenzio, fino a diventare a loro volta spietati carnefici, come nella vicenda sapientemente narrata da Kim Eun-sook negli otto episodi da cinquanta minuti di The Glory.

La vendetta: un piatto da brivido da servire freddo

La protagonista di The Glory, una donna di nome Moon Dong Eun ha pazientemente aspettato per diciassette di compiere la sua vendetta nei confronti degli ex bulli che l’hanno torturata e vessata con violenze psicologiche di ogni genere, rendendo la sua adolescenza un inferno, facendole abbandonare gli studi e rinunciare al sogno di diventare un architetto.

Come abilmente mostrato in questa serie tv, quest’ultima sarà efficace solo se la vittima avrà la pazienza di attendere il momento giusto per metterla in atto, quando finalmente le difese del destinatario si riveleranno basse e impreparate.

Ha speso così la sua esistenza, ad escogitare un piano dettagliato per poter finalmente ripagare con la stessa moneta non soltanto i responsabili delle sue sofferenze, ma anche tutti coloro che sono stati fermi a guardare senza alzare un dito permettendo che tutto ciò accadesse.

Per completare il suo piano termina gli studi per diventare insegnante, e sotto le mentite spoglie di una docente molto rispettata mette in atto la sua ritorsione per distruggere finalmente le vite di coloro che hanno irrimediabilmente distrutto la sua, prima di tutte quella di Park Yeon-Jin (interpretata da Ji-Yeon Lim), la bella e ricca ex compagna di scuola.

Salite e discese, suspense e tensione

Negli otto episodi i dettagli del piano di annientamento psicologico e sociale dei suoi bersagli , che si trovano di fronte alla furia vendicativa di una donna ossessionata dal raggiungere il suo obiettivo a tutti i costi, che via via nel tempo segna i loro nomi in una lista, con l’intenzione di annientarli uno ad uno.

È doveroso dire inoltre che in questo k-drama l’interiorità di ciascuno di questi protagonisti è sempre sapientemente delineata, permettendoci di scavare ancora più a fondo ed entrare nella psicologia dei personaggi.

Tutto ciò è reso possibile grazie ad una narrazione non lineare, che ci trasporta tra passato e presente storico richiedendo allo spettatore il massimo della concentrazione. Vengono così uniti tutti i tasselli, con tecniche tipiche dei migliori thriller e produzioni crime.

L’interpretazione come punto di forza del k-drama, ma come andrà a finire?

Un buon lavoro di scrittura fa si che The Glory catturi l’attenzione degli spettatori senza creare mai un distacco, fino all’ultimo episodio. Inoltre, l’apertura di nuovi scenari ci lascia intuire la quasi certa intenzione di creare una (si spera imminente) seconda parte, dove il nostro desiderio di vedere finalmente una resa dei conti sarà forse esaudito. 

Moon Dong Eun, qui interpretata da una straordinaria Song Hye-Kyo (conosciuta perlopiù per dei ruoli in drammi romantici e leggeri), ma porterà a termine con successo solo una parte del suo labirintico piano, e per questo ci aspettiamo in una sua interpretazione futura un epilogo potente e ricco di tensione.

Non ci resta dunque che aspettare. Nel frattempo dovrà fare i conti con la sofferenza, le ferite aperte delle bruciature che le segnano il corpo, ma anche con quei sentimenti come l’amore e l’affetto che non aveva ancora avuto modo di provare prima perché le erano stati preclusi.