La regina Carlotta: un mondo femminile radicato in un mondo patriarcale | Recensione

La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton
La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton

La serie televisiva “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” è uno spin-off di “Bridgerton”.

Ideata e prodotta da Shonda Rhimes, la serie ci trasporta nel vibrante scenario dell’alta società londinese durante la Reggenza inglese.

In un mondo da favola, fatto di castelli e mura troppo alte, di balli sfarzosi e nobili annoiati, amori costruiti e conversazioni vuote, la nostra protagonista è la Regina Carlotta (Golda Rosheuvel), che avevamo avuto modo di conoscere nella serie Bridgerton, questa volta in veste di una giovane donna, Carlotta di Meclemburgo-Strelitz (India Amarteifio). La vediamo muovere i suoi primi passi in una realtà diversa da quella in cui è nata a causa di un accordo di matrimonio stabilito dal fratello con la famiglia reale, per cui sarà costretta a sposare il re d’Inghilterra Giorgio III (Corey Mylchreest).

Tra salti temporali che vanno dal passato della Regina al suo presente, sin dai primi episodi si manifesta il grande enigma che ha da sempre turbato la regina: il re è circondato da un mistero. Quando la giovane Carlotta cerca delle risposte al riguardo, prima di sposarlo, nessuno è in grado di parlare di lui. Così, presa dal panico di un matrimonio con un uomo sgradevole, “un mostro”, Carlotta sceglie di scappare, ma proprio sul punto di scavalcare un muro, viene fermata da un bellissimo gentiluomo, il quale si rivela essere proprio il suo futuro marito, Giorgio III. I due si sposano, ma proprio quando le cose sembravano andare a meraviglia, ha inizio un periodo di sofferenza per la giovane regina, che sarà allontanata dal marito appena sposati.

La realtà di questo matrimonio diviene subito chiara agli occhi degli spettatori, nel momento in cui, essendo la regina Carlotta di un’etnia diversa da quella caucasica, tutti gli altri abitanti del Regno della sua stessa etnia, ricevono l’invito al matrimonio e, con quello, anche il titolo nobiliare. Il matrimonio tra Carlotta e Giorgio III dà inizio, dunque, a “un grande esperimento sociale” stabilito dalla Corona che aveva la necessità di tenere ben saldo e legato a sé tutto il Regno e i suoi abitanti. Quello che si nasconde dietro questa facciata è, però, di ben altra natura: ciò che rischia di indebolire la Corona è la malattia mentale di Giorgio III, che ha dovuto da sempre tenere all’oscuro da tutti, compresa sua moglie Carlotta.

Così parallelamente si svolgono le vicende che vedono una giovane Carlotta disperata e completamente sola tra le mura troppo alte di un palazzo in cui si è venuta a trovare contro la sua volontà a causa di una scelta compiuta da uomini per lei, e di una Regina ormai adulta che è alle prese con la ricerca estenuante di un erede al trono da parte dei suoi figli, mentre è continuamente preoccupata per le condizioni di salute del marito.

La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton
La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton

Le vere protagoniste della serie

La giovane Regina Carlotta sola a Buckingham House vive i suoi monotoni e sempre uguali giorni con inerzia, contemplando la miseria della sua vita decisa per lei dal principio, senza libertà di azione neppure per cogliere un’arancia dall’albero. Capisce di non essere una donna, ma un corpo che deve ospitare l’erede al trono “un albero che vegeta nel frutteto della corona”. A un certo punto, però, si rende conto di dover agire, facendosi portare nella casa in cui abita suo marito, ordinando al suo dottore di interrompere la cura, prendendo il controllo della situazione nel momento in cui le cose le stavano per scivolare dalle mani.

Così la giovane Carlotta ottiene quello che vuole: le hanno imposto un ruolo e lei lo imporrà sugli altri. Ma il suo profilo si allarga, e diventa quello di una donna disposta a mettere da parte i suoi sentimenti e la sua libertà, scegliendo di amare e di prendersi cura dell’uomo che ha sposato, con tutte le difficoltà che comporta. Lei sceglie di essere la sua compagna, di tenerlo per mano e di supportarlo in ogni momento della sua vita, sceglie di non scavalcare il muro. E lo si vede nello struggente ed emozionante finale in cui i due sono di nuovo due ragazzi innamorati sotto il letto nonostante gli anni passati, nonostante tutto.

Lady Danbury
Lady Danbury

Tra i nuovi nobili del Regno c’è Lady Danbury (Arsema Thomas), l’altra protagonista della serie cui viene conferito il titolo di Lady grazie al marito, Lord Danbury un vecchio rude pieno di sé. Lady Danbury, che diventerà amica fidata della Regina, per tutta la vita non ha fatto altro che respirare un’aria non sua, ma di un uomo a cui è stata predestinata dalla sua famiglia, imparando ad amare le cose che amava lui, senza mai ottenere una propria identità.

La sua identità, Lady Danbury la troverà nel momento in cui suo marito morirà lasciandola vedova in una grande casa lussuosa, con un titolo nobiliare da difendere. Ecco che Agatha trova la sua “emancipazione”, nel dimostrarsi una donna forte e intraprendente, nell’amare sinceramente un uomo scelto da lei, nel rinunciare a sposare un altro uomo solo per avere una vita facile dal momento che significherebbe ricominciare a respirare l’aria di un altro.

La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton
La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton

Una storia di donne

Cos’è “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” se non un’emozionante storia di donne: diverse personalità e vite diverse, da Carlotta a Lady Danbury, da Lady Violet così genuina e aperta all’amore, che dopo anni senza il marito avverte la legittima necessità di un nuovo capitolo della sua vita insieme a un compagno, alla Principessa del Galles (Michelle Fairley), madre preoccupata e disposta a qualunque cosa per la felicità di un figlio nato per “il benessere o la rovina di una nazione”, che probabilmente era il suo fardello più grande.

“Viviamo circondati da pettegolezzi, storie, ma come donne non siamo mai l’argomento della conversazione” – confessa un’adulta Lady Danbury (Adjoa Andoh) a Violet (Ruth Gemmell) – “Noi siamo storie che nessuno racconta”, ma ecco che la serie porta allo scoperto e racconta un mondo femminile radicato in un mondo patriarcale e fatto da uomini e per uomini, che era quello dell’Inghilterra del 1800.