Tre uomini in barca (per tacer del cane) di Jerome K Jerome

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Volete leggere un classico della letteratura inglese che vi farà ridere a ogni pagina?
Allora sicuramente è il momento di “Tre uomini in barca (per tacer del cane)” di Jerome K Jerome.

I personaggi, al limite del grottesco sono: un ipocondriaco, un puntiglioso, un insicuro e un cane inconsapevole delle situazioni ma fetente al momento giusto; questa compagnia di amici sgangherati, giovani, benestanti e annoiati, decidono che la soluzione migliore al loro “mal di vivere” è intraprendere un viaggio rilassante, di una settimana, risalendo in barca il fiume Tamigi, da Kingston fino a Oxford, tutto questo senza avere alcuna nozione di navigazione. Quello che invece ai tre non manca è una lingua lunga, pronta a raccontare aneddoti di vita vissuta ai limiti dell’eroico, cercando di svicolare dalle proprie responsabilità nel momento di far fatica.

I presupposti ci sono tutti per raccontare un tragicomico “viaggio della speranza” dall’irresistibile umorismo inglese.

Nonostante questo romanzo sia stato scritto alla fine dell’800, per molti aspetti risulterà attuale, tanto che vi capiterà di immedesimarvi in alcune vicende, piccoli momenti di vita che rappresentano realtà indiscusse soprattutto tra i viaggiatore “della domenica”.
Un esempio è questo spassoso passaggio:

“Parti di lunedì con l’idea fissa di divertirti. Saluti con disinvoltura i ragazzi sul pontile, ti accendi la pipa più grossa che hai e cammini sul ponte con aria tracotante neanche fossi il capitano Cook, Sir Francis Drake e Cristoforo Colombo tutti in uno. Martedì vorresti non essere mai partito. Mercoledì, giovedì e venerdì vorresti essere morto. Sabato sei in grado di sorseggiare qualche cucchiaiata di brodo ristretto, e di sederti sul ponte, e di rispondere con un sorriso languido ed esangue alle persone di buon cuore che ti domandano come va. Domenica ricominci a camminare e a ingurgitare cibi solidi. E lunedì mattina, mentre con la valigia e l’ombrello, in piedi davanti al parapetto, aspetti di scendere a terra, incomincia a piacerti davvero.”

Chi ama l’umorismo cinico non potrà fare a meno di trovare questo libro un capolavoro, e fonte di ispirazione, come questa perla di saggezza che ci regala Jerome raccontandoci del piacere della sazietà:

“La gente che ha provato, afferma che il sentirsi la coscienza tranquilla rende felici e soddisfatti; ma il sentirsi la pancia piena fa il medesimo effetto e poi costa meno e si ottiene più facilmente”

 Vorrei concludere la recensione lasciandovi quella che secondo me è la massima delle massime, la citazione che per me fa valere la lettura di questo romanzo:

“Il lavoro mi piace, mi affascina.
Potrei starmene seduto per ore a guardarlo.”

 L’autore
Jerome K. Jerome (1859-1927) è considerato il più grande degli umoristi inglesi per la sua vena chiara, fresca e umana, brillantissima per stile e ricca di un eccezionale spirito di osservazione e di un’acuta sensibilità psicologica.

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