Caso Jacob Blake: bloccato lo sport in USA, dopo l’NBA anche baseball, calcio e tennis

campo da basket visto dall'alto l'NBA si ferma per protesta

Il caso di Jacob Blake ha bloccato lo sport in USA, ed è l’ennesimo che ha scosso il mondo lasciando tutti senza parola davanti alla follia e aggressività della polizia americana che sembra non volersi placare.  Dopo il video shock di due giorni fa in cui Blake, afroamericano di 29 anni, viene seguito da una squadra di agenti di polizia mentre sta salendo sul suo Suv, su cui si trovano i suoi tre figli di 3, 5 e 8 anni, non si ferma e per questo viene preso per la canottiera da uno di loro che gli spara sette colpi alle spalle ferendolo gravemente. Questo fatto non poteva che portare a nuove e violente proteste, ma questa volta non solo nelle città, dove gli scontri sono molto pesanti, anche il mondo dello sport ha deciso di dire basta a tutta questa violenza. Ha iniziato l’NBA con il boicottaggio dei playoff: a cinque minuiti dall’inizio di gara-5 tra Milwaukee e Orlando i giocatori dei Bucks non sono scesi in campo come gesto di protesta per il ferimento di Jacob Blake e a bordo campo si legge a grandi lettere la scritta Black Lives Matter. Un gesto forte che ha portato la Lega a rinviare tutte le partite in programma.

immagine di profilo della tennista Naomi Osaka con un braccio alzato
Naomi Osaka

Da qui sono arrivate prese di posizione perentorie anche in altri sport, la Major League di Baseball e la Major League Soccer di calcio hanno rinviato alcuni incontri dopo la decisione dei giocatori di non scendere in campo, stessa posizione è stata presa dalla tennista Naomi Osaka che ha annunciato di non voler disputare la semifinale dei Western & Southern Open Usa, scrivendo un post dai toni espliciti e perentori, “Come molti di voi sapranno, dovevo giocare la mia semifinale domani. Tuttavia, prima che essere un’atleta, sono una donna di colore. E come donna di colore credo che ci siano cose più importanti cui prestare attenzione piuttosto che guardarmi mentre gioco a tennis. Non credo succederà nulla di drastico se non gioco, ma iniziare una conversazione in uno sport principalmente bianco è un passo nella giusta direzione. Guardare il continuo genocidio della gente di colore per mano della polizia mi dà il voltastomaco. Non ne posso più di vedere spuntare un nuovo hashtag ogni giorno e sono stanca di ripetere sempre i soliti discorsi. Quando ne avremo abbastanza?”.
L’associazione tennis Usa ha concordato di fermare tutti gli incontri di oggi.

 

Il mondo dello sport americano, che se vogliamo parlare di soldoni, fa girare un’economia da miliardi di dollari, dice basta e si ferma dopo il caso del ferimento di Jacob Blake da parte della polizia a Kenosha, in Wisconsin. Quel video di 19 secondi ha toccato per l’ennesima volta nervi fin troppo scoperti e lasciando dubbi su quale sia l’umanità di cui si parla ma che non sembra esistere, oltre al fatto che il ragazzo afroamericano è in gravissime condizioni, resta sempre la domanda del perché la polizia sia arrivata a tanto, visto che le dinamiche per l’ennesima volta restano poco chiare. La polizia era intervenuta per un “incidente domestico”, sembrerebbe trattarsi di una lite tra due donne in cui Blake era intervenuto solo per cercare di sedare la situazione, invece alla fine si è preso sette pallottole a bruciapelo da uno oforse due poliziotti, davanti ai figli che, come dichiarato dalla famiglia del giovane, “Saranno traumatizzati per sempre”. I parenti si sono già affidati all’avvocato della famiglia Floyd, Ben Crump, specializzato in diritti civili. Inoltre nella zona si conterebbero 18 morti simili negli ultimi vent’anni per mano degli agenti e un giornale locale riporta la notizia che quasi nessuno è stato condannato.

I due poliziotti coinvolti sono stati messi in congedo finché il dipartimento di Giustizia non fornirà un rapporto (entro 30 giorni) ai procuratori: per ora non hanno dato altre spiegazioni.