Donald Trump ha difeso il 17enne che ha ucciso due manifestanti

Donald Trump ha difeso il 17enne che ha ucciso due manifestanti durante la terza giornata di manifestazioni nella città del Midwest nate dall’ennesimo atto di violenza della polizia dove la vittima, Jacon Blake, un giovane afroamericano, ha ricevuto da un poliziotto sette colpi di pistola alla schiena lasciandolo vivo ma paralizzato dalla vita in giù.
Proprio durante una conferenza stampa alla domanda sul perché il presidente non avesse preso una posizione contro le azioni di Kyle Rittenhouse, 17enne americano accusato dell’omicidio di due persone a Kenosha in Wisconsin, Trump ha risposto in modo davvero incredibile dichiarando apertamente che è stata legittima difesa, “probabilmente sarebbe rimasto ucciso, se non avesse agito”. Ha continuato, “Stiamo valutando tutto quanto. Quella era una situazione particolare. Lo avete visto il filmato, lo stesso che ho visto io. Stava cercando di scappare dai manifestanti. È caduto ed è stato attaccato con violenza. È qualcosa su cui stiamo facendo alcune valutazioni, è sotto indagine, ma credo fosse nei guai. Sarebbe rimasto ucciso probabilmente. È tutto sotto indagine”.

Ebbene sì, il video, anzi i moltissimi video diffusi online dai presenti li abbiamo visti tutti, anche se le dinamiche esatte non sono ancora state chiarite, per questo è stata aperta un’indagine, molte testimonianze parlano di fatti decisamente differenti rispetto a quelli riportati dalla Casa Bianca, per esempio è importante far presente che le due vittime (bianche) uccise a sangue freddo da Rittenhouse con un fucile Ar-15 (posseduto illegalmente), erano completamente disarmate, uno aveva una busta di plastica in mano, stava inseguendo Rittenhouse il quale gli ha sparato almeno cinque colpi, uccidendolo e l’altro aveva uno skateboard. La terza persona coinvolta nella sparatoria, che è stata ferita quando gli altri due erano già a terra, effettivamente aveva una pistola. Per quanto riguarda il fatto di cui parla Trump, ovvero del 17enne a terra, dai video si vede come i manifestanti stiano cercando di disarmarlo, ma lui punta l’arma contro di loro, uno di questi cerca di colpirlo con lo skatebord e questa è l’ultima cosa che ha fatto prima di essere colpito al petto dai proiettili.

Al momento Kyle Rittenhouse è accusato di omicidio di primo grado e si trova nella prigione di Lake County, lui stesso si è rifiutato di spiegare alle forze dell’ordine i motivi che lo hanno portato a fare fuoco sui manifestanti, oltre al fatto che nel video lo si vede camminare con le mani alzate verso alcune pattuglie della polizia, con un fucile al collo e senza essere fermato nonostante gli spari e nonostante tutte le persone presenti lo indicassero come la persona che aveva appena aperto il fuoco. Inoltre è importante ricordare che questo 17enne bianco aveva un fucile detenuto illegalmente e si trovava in quel luogo infrangendo l’ordine del coprifuoco imposto a Kenosha arrivando da una città di uno stato limitrofo, l’Illinois. Sembra già abbastanza assurdo che non sia stato fermato la sera stessa, ma addirittura che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump arrivi a difenderlo è paradossale, ovviamente come se non bastasse, oltre al danno la beffa, la tesi di Trump è condivisa da un gruppo di suprematisti e alcuni importanti esponenti conservatori che hanno avvitato una campagna di “crowdfunding cristiano” per coprire le spese legali di Rittenhouse, la campagna è arrivata a oltre 270mila dollari. D’altro canto, per i sostenitori di Trump, Rittenhouse è stato subito considerato un vero patriota e un eroe, quindi perché stupirsi?

A chi non sembra normale che un ragazzino di 17 anni possa avere un fucile illegale, essere a “passeggio” durante un coprifuoco, sparare a piacere sulla gente e subito dopo passeggiare tranquillamente verso la polizia senza essere nemmeno fermato per una sbirciatina almeno ai documenti? Insomma, come diceva la canzona? This is America.

La situazione adesso è ancora più tesa di quanto già non fosse e come ciliegina sulla torta Donald Trupm dovrebbe recarsi a Kenosha per incontrare la polizia locale, lo stesso governatore del Wisconsin Tony Evers supportato anche del sindaco di Kenosha John Antaramian, entrambi democratici, hanno caldamente sconsigliato questa visita che potrebbe portare solamente ulteriori disordini e pericoli per la città, “Temo che la sua presenza non farà altro che rallentare il nostro lavoro per superare le divisioni”, ha commentato Evers. Alcuni giornalisti hanno anche chiesto se Trump sarebbe passato anche dalla famiglia di Jacob Blake, ma dall’ufficio stampa hanno fatto sapere che il programma della visita non sarebbe ancora confermato. Insomma la situazione è davvero infuocata e come di consueto il presidente degli Stati Uniti ha piacere a gettare sopra un po’ di benzina.