Generazione 56K: la serie Netflix coi The Jackal è un piccolo gioiellino tutto italiano

Da poco è approdata su Netflix una serie tutta italiana, Generazione 56K, girata tra Napoli e Procida e nata dalla collaborazione tra la casa di produzione Cattleya e il gruppo comico dei The Jackal, che compare sia dietro la macchina da presa (creatore, regista e co-sceneggiatore della serie è Francesco Ebbasta, uno dei fondatori dei The Jackal), sia davanti, con la presenza nel cast di Fabio Balsamo e Gianluca Colucci (aka “Fru”).

Generazione 56K nasce, come ci dice l’ideatore Francesco Ebbasta, “dall’idea di un romanzo, mai finito; perché se c’è una cosa in cui noi degli anni Novanta siamo davvero bravi, a parte il karaoke, è non finire quello che abbiamo iniziato. Ed è proprio di questo che avrei dovuto parlare in quelle pagine: la possibilità di perseguire una strada lineare, oggi, di credere in qualcosa o qualcuno in modo ottuso, nonostante il miliardo di possibilità e distrazioni diverse che il mondo ci offre ogni secondo. Ma poi mi sono distratto, appunto, e alla fine dopo qualche anno quel romanzo è diventato una serie”.

Generazione 56K

Chissà, forse il romanzo sarebbe stato un indiscusso successo, ma la serie non è assolutamente da meno, se aspettate di vedere il classico umorismo alla The Jackal con battute al vetriolo, azzeccate e puntuali allora è importante specificare che troverete molto di più. Fa ridere, sì ma con una delicatezza sorprendente, infatti non si tratta semplicemente di una serie comica, ma si tratta a tutti gli effetti di una riuscitissima commedia romantica, un prodotto che nasce dalla penna dei The Jackal e quindi mantiene quello stile di ironia intelligente che li contraddistingue, ma con una decisa virata sulla trama, che gli conferisce una sua identità molto precisa. Vi troverete a ridere, a piangere, a immedesimarvi completamente nella storia, a ricordare un tempo passato che sembra davvero distante da quello di oggi, in alla fine così “connesso”.

Generazione 56K

Generazione 56K è una serie composta da 8 episodi da circa 20 minuti ciascuno e la storia si racconta su due diverse linee temporali, quella dell’era pre internet e post, ovvero i giorni nostri. Ci troviamo a seguire le vicende di un gruppo di personaggi che sul finire degli anni ‘90 erano bambini sognanti, in attesa di fare le prime esperienze importanti della vita, hanno visto la vera rivoluzione tecnologia con l’arrivo dei primi modem 56K, impossibile non ricordarsi di quel suono inconfondibile di quando il computer si connetteva alla rete e dava accesso a un mondo incredibile e sconosciuto, dove non esisteva Google o tutto il testo, anzi si può proprio dire che si navigava alla cieca. Nel frattempo c’era la vita quotidiana, così lontana da quella che conosciamo oggi, fuori dalle mura domestiche non esisteva internet, tutto era “analogico”.
In parallelo vediamo la storia di quella stessa generazione vent’anni dopo nelle loro vite da adulti impegnati con il lavoro, la famiglia e la ricerca di un amore vero che ancora non arriva, una vita completamente immersa in quella che è oggi la tecnologia, con internet a portata di mano e App che spuntano sui nostri smartphone come funghi.

Al centro della storia troviamo Daniel e Matilda, che si conoscono fin dalle medie in quell’età tra incomprensioni, imbarazzi e difficoltà. Si ritrovano casualmente da adulti e per un fatale scherzo del destino di innamorano, ma come nelle migliori commedie romantiche, non è tutto così semplice. L’amore bisogna rincorrerlo, volerlo, desiderarlo con tutte le proprie forze, andando proprio contro quella tecnologia di cui siamo costantemente pervasi. Insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, questi ragazzi sono il simbolo della Generazione 56K.

Su questi presupposti diventa una gioia vedere come le due linee temporali si intrecciano continuamente, tra punti di vista, momenti di vita vissuta, esperienze passate che diventano percorsi di vita necessari per arrivare ai giorni nostri. Si accende davvero una miccia quando il presente e il passato di incontrano a dimostrazione di quanto i legami solidi possano essere così forti da mettere in discussione anni di vita vissuta e decisioni che sembrano ormai prese.
Nel cast troviamo, oltre a Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli), gli amici Sandro (Fabio Balsamo) e Luca (Gianluca Colucci) e Ines (Claudia Tranchese).

Francesco Ebbasta ha scritto e diretto, insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini, i primi 4 episodi, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4. Ebbasta ci dice che,“Comunque Generazione 56k è una storia d’amore. C’è l’inseguirsi dei due protagonisti Daniel e Matilda e altre storie dei loro amici: ogni personaggio mette sul tavolo problemi, domande e riflessioni contemporanee: sei davvero felice del tuo matrimonio perfetto? Perché ti spaventa così tanto avere un figlio? Hai mai avuto paura di incontrare una persona che hai frequentato solo sui social? E se semplicemente ti andasse bene così, a distanza? Ogni personaggio, con il suo punto di vista, tende a smantellare, in chiave comedy o drama, gli stereotipi relazionali con cui siamo cresciuti”.

Anche la colonna sonora è un vero e proprio viaggio nel tempo, all’epoca del Cioè, del Festival Bar, di Non è La Rai e che indiscutibilmente vi metterà addosso ancora più voglia di quelle estati al mare passate a pensare agli amori impossibili accompagnati dalle melodie ascoltate con il walkman, ai panni asciugati al sole, al rumore delle stoviglie provenienti dalle finestre quando cala il sole, alle serate in famiglia a guardare la televisione, ai giri in bici con gli amici e a quei problemi che sembravano insormontabili. Generazione 56k si guarda in una sera e sarà una delle migliori di questa estate 2021 che, più di tante altre, profuma di nostalgia.