Caso Le Iene, Piersilvio rischia grosso: arriva un duro provvedimento dall’ordine

Dopo il caso scoppiato a Le Iene, l’ordine dei giornalisti ha deciso di prendere in mano la situazione e scrivere direttamente al direttore di rete Piersilvio Berlusconi. L’accusa è molto grave: questo non è giornalismo!

Le Iene è un programma in onda da moltissimi anni conosciuto per le sue irriverenti inchieste su vari casi di attualità ed ingiustizia. I giornalisti de Le Iene, però, hanno avuto sempre una modalità d’approccio molto schietta e diretta che ha fatto discutere negli anni non solo il pubblico ma anche i professionisti del settore.

L’ultima polemica riguarda i tragici fatti avvenuti dopo il suicidio di Daniele e quello successivo di Roberto, suo impostore il quale aveva finto online con il ragazzo di essere una donna, durante la loro relazione. Matteo Viviani si era occupato della vicenda seguendo con la telecamera l’uomo di 64 anni mettendolo alla gogna mediatica.

In seguito, però, alla morte dell’uomo che si era finto Irene con Daniele, tutti si sono chiesti quanto fosse etico il lavoro delle Iene nonostante le loro migliori intenzioni. Ed è per questo che l’ordine dei giornalisti non ci sta più e Riccardo Sorrentino, presidente dell’ordine della Lombardia, ha provveduto a scrivere una lettera direttamente a Piersilvio Berlusconi.

Il contenuto della lettera

Riccardo Sorrentino ha così espresso il suo disappunto: “L’attività delle Iene non è qualificabile come giornalismo, né da un punto di vista sostanziale né da un punto di vista formale”. L’intervento dell’ODG è: “ritenuto necessario […] sottolineare la differenza tra l’attività autenticamente giornalistica e le altre forme di comunicazione e per invitarlo a fare almeno un primo passo, formale, verso una regolarizzazione della situazione”.

Sorrentino ha aggiunto: “Parlare del lavoro delle Iene a proposito delle vicende di Roberto Zaccaria e del 24enne Daniele come di lavoro giornalistico è sbagliato dal punto di vista sostanziale e dal punto di vista formale, e lo sarebbe anche all’estero dove non esiste un Ordine ma sono ovunque attivi organismi che svolgono analoghe funzioni”.

E ancora: “perché quella modalità di infotainment, in quel servizio – e, mi spiace dirlo, anche in diverse altre occasioni – è stata spinta a estremi che non sono compatibili con nessuna modalità sana di comunicazione e non rispetta i canoni del giornalismo italiano e internazionale”.

Una presa di posizione netta e decisa che ha trovato l’approvazione di molti. Berlusconi, però, non ha potuto fare a meno di rispondere trovandosi d’accordo con l’ODG ma allo stesso tempo ha fatto valere le sue ragioni. 

Ecco come ha replicato: “Facciamo Tv che fa anche cronaca e nel fare questo capita di andare oltre ciò che è editorialmente giusto, che è legato alle sensibilità personali e non è un dato oggettivo. Dico che non deve succedere più e che dobbiamo alzare il livello di sensibilità perché ciò che oggi può capitare non capiti più”.

Un duro confronto che come può sembrare non finirà presto.