The Consultant, la serie Prime con un inquietante Christoph Waltz | Recensione

The Consultant

Su Prime Video è arrivata The Consultant, la serie con Christoph Waltz che riesce a essere ancora più inquietante del solito.

In questi anni Amazon Prime è rimasta forse un po’ indietro rispetto ai colossi suoi concorrenti come quantità di contenuti, ma quello che ha dimostrato è che punta sempre a raggiungere il massimo del risultato con la sua offerta, non di meno ha prodotto Il Signore degli Anelli: gli anelli del potere o anche The Boys. Insomma, quello che di certo non gli manca è la creatività e quella voglia di crearsi una community fedele al proprio genere.

Su questa scia arriva l’attesissima serie che vede un Christoph Waltz interpretare un personaggio assolutamente assurdo e, per rimanere nelle sue corde, sempre inquietante: The Consultant. La serie in 8 parti è basata sul romanzo dell’acclamato scrittore horror Bentley Little e ha fatto il suo debutto sul mercato come commedia nera, ma dopo un ovvio binge watching, sembra essere stata messa nella categoria sbagliata. Commedia in che senso?

Il dark humor non è assolutamente facile da accettare e spesso non viene recepito come divertente, tecnicamente dovrebbe rappresentare un modo ironico per rappresentare momenti terrificanti e tristi che accadono davvero nella vita reale, aiutando così a familiarizzare con programmi o film che altrimenti sarebbero avvolti da un alone di morbosità. Come per esempio capita in alcuni dialoghi di serie con Dexter o Breaking Bad, dove sono proprio le battute a smorzare la tensione degli eventi, dei quali saremmo sopraffatti nella vita reale. Per questa ragione The Consultant riesce a dare il suo meglio come thriller distopico e avvolto nel mistero, piuttosto che come commedia da ufficio.

Christoph Waltz è sempre uno spettacolo

Il protagonista indiscusso della serie è il premio Oscar Christoph Waltz, riesce a oscurare tutti (o quasi), il suo personaggio di nome Regus Patoff è un uomo bizzarro e dispotico, prende le redini della società di videogiochi CompWare dopo la morte del suo fondatore brutalmente assassinato sul posto di lavoro. Sin dall’inizio la situazione è tesa, il clima dell’ufficio viene messo alla prova con momenti assurdi, talmente surreali da apparire quasi divertenti (per certe realtà fin troppo realistici).

Ci troviamo difronte sicuramente a un tipo di satira pungente spesso riflesso della società distorta in cui ci troviamo, dove il lavoro da remoto si è fatto spazio in seguito alla Pandemia e i rapporti di lavoro sono diventati ‘diversi’ anche tra capo e dipendente. Quello che caratterizza la storia, oltre alle dinamiche sul posto di lavoro, è sicuramente la vena thriller in cui gli spettatori cercando di mettere insieme i pezzi per scoprire chi è davvero l’assurdo Regus Patoff e cosa sta cercando di fare all’azienda che ha preso in mano come consulente.

Tutti gli obiettivi di Regus Patoff sono riflessi nella sovrapposizione delle azioni dei due dipendenti co-protagonisti, Craig (Nat Wolff) ed Elaine (Brittany O’Grady), Patoff li manipola e li esamina delineandone i tratti della personalità, provando a capire quello che li porta a comportarsi in un determinato modo. La sinergia che si crea tra i tre è magistrale, nessun dubbio sul lavoro di Waltz che si dimostra nuovamente un maestro della recitazione, però è giusto dire che è ben supportato dai due co-protagonisti.

Regus Patoff è una personalità davvero affascinante, episodio dopo episodio cerchiamo di scardinare il suo personaggio e ci viene fornito sempre qualche dettagli in più fino ad arrivare alla conclusione dove la rivelazione aumenta l’eccitazione per qualcosa di sospettato ma mai confermato. Le scoperte fatte da Craig ed Elaine, unitamente alle loro reazioni, permettono di avere un panorama più nitido degli effetti devastanti delle azioni di Patoff sugli altri, creando vibrazioni davvero angoscianti sulla sua persona e alla compagnia per cui i due lavorano.

The Consultant

Non è una commedia divertente anche se fa ridere

I protagonisti sono tre e tutti gli altri sono un mero contorno, per questo è difficile pensare che possa essere considerata una commedia da ufficio come The Office, dove tutti fanno la loro parte, in questo caso nessuno dei colleghi viene davvero approfondito, servono solo a dare spessore ai protagonisti principali, ma in un certo senso va benissimo così, non manca certo di assurda ironia.

Ogni episodio ha una bella chiusura dove o ci troviamo con un cliffhanger o una rivelazione inaspettata, in ogni caso sono talmente ben elaborati da non permetterti di smettere, quasi automaticamente si vuole vedere l’episodio successivo, inoltre ognuno ha la durata di circa mezz’ora o poco più per quelli finali, quindi in quattro ore si arriva alla fine senza troppo sforzo.

The Consultant

Una serie che vale la pena vedere

The Consultant è davvero un ottimo prodotto per passare una serata in spensieratezza sul divano con quella voglia di brivido, ma non troppo, inoltre è interessante la riflessione su quanto il lavoro si sia intromesso nella vita quotidiana, quasi in maniera morbosa. Insomma, non è una serie che sconvolge gli animi, ma sicuramente vale la pena vederla.