The Mandalorian 3, si aprono nuovi archi e aumentano i segreti | Recensione episodio 3

The Mandalorian

Il terzo episodio di The Mandalorian, Il convertito, ci conduce in uno dei luoghi più amati di Star Wars e al tempo stesso definisce le prossime mosse di Din e Bo-Katan.

Sembra ormai davvero palese che la terza stagione di The Mandalorian abbia una ritmo e una trama particolarmente scanditi, questi primi capitoli vogliono costruire una base solida per prepararci a rivelazioni molti più grandi anche in termine di azione, essere già arrivati al terzo episodio con tanti scenari aperti potrebbe essere rischioso perché potremmo doverne lasciare alcuni in sospeso. Solo con l’avanzamento della storia riusciremo a capire se tutte le trame avranno una risoluzione e i pezzi del puzzle, che adesso appaiono scomposti, riusciranno a trovare una loro collocazione.

Ad oggi quello che vediamo è una storia ben sviluppata che torna a rivisitare alcuni luoghi e personaggi particolarmente affascinanti per dar loro un più ampio respiro. All’inizio di questo terzo episodio ci siamo ritrovati esattamente dove ci eravamo lasciati la esattamente scorsa, con Din Djarin privo di conoscenza in seguito al salvataggio dalle profondità oscure delle acque vive di Bo-Katan Kryze, al risveglio di Mando scopriamo che solo lei si è accorta dell’incontro mistico fatto sott’acqua, l’apparizione del maestoso Mitosauro por ora resta un segreto.

Questo dettaglio fa pensare che Bo non abbia voluto condividere l’incredibile esperienza perché è ancora in conflitto con se stessa e con il suo credo perduto oltre al rifiuto dei vecchi metodi che fino ad oggi l’hanno accompagnata, però sembra evidente che questa esperienza l’abbia scossa nel profondo e alcuni segnali del possibile cambiamento iniziano a farsi sentire.

Il rapporto tra Din e Bo-Katan

Gli aspetti più interessanti sono sempre stati la dinamica e il rapporto tra Bo-Katan e Din, guardarli muoversi in una spirale reciproca con le rispettive ideologie sembra non stancare mai, in questo episodio non li vediamo mai in volto, non tanto strano per Pascal, quando invece per la Sackhoff, che finora ha usato l’elmo solo come armatura non come credo. Un altro momento molto emozionante tra i due è il combattimento aereo, quando si trovano a dover affrontare lo squadrone di intercettori TIE.

Sembra quasi una danza, tutto funziona fluido con una sensazione di velocità esplosiva, non mancano le manovre da panico a mezz’aria e le doverose esplosioni, queste immagini riportano pienamente al mondo tanto amato di Star Wars e che in The Mandalorian riescono sempre a dare grande soddisfazione, sembra incredibile che ogni astronave riesca sempre ad avere una propria anima, non da meno sono infatti il Naboo Starfighter di Din e il Gauntlet di Bo-Katan.

Una nota di merito alla serie è che non vuole combattimenti aerei solo per ricordare la saga d’origine, ma sono delle vere azioni con delle conseguenze, tanto che la sequenza finisce con il bombardamento da parte dei TIE della dimora di Bo-Katan.

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Bo-Katan potrebbe tornare alla via?

Nel finale dell’episodio la donna viene invitata a tornare al culto nel quale è stata battezzata quando era bambina e di nuovo, anche se involontariamente, da adulta. Sia Bo che Din vengono nuovamente accettati dai Mandaloriani perché entrambi si sono immersi nelle acque vive e da quel momento non si sono mai tolti l’elmo, anche il questo caso lei no rivela nulla dell’incontro con il gigantesco Mitosauro.

Ovviamente viene da domandarsi se questa mossa servirà a Bo-Katan per portare avanti il suo piano per tornare a governare Mandalore oppure in lei si stia scatenando una lotta interiore. Questa dimensione della narrazione si sta evolvendo bene e spinge la storia verso una dimensione più personale e orientata ai personaggi.

L’intermezzo con una nuova trama e nuovi personaggi

La componente itinerante della serie è formidabile come mai lo era stata prima, ad un certo punto ci spostiamo da tutt’altra parte, a Coruscant dove facciamo la conoscenza del dottor Penn Pershing (Omid Abtahi) e Elia Kane (Katy M. O’Brian), questa nuova trama presenta degli aspetti interessanti, il primo è vedere Coruscant di notte piena di vita e molto lontana da quello che stava accadendo di giorno nelle scene precedenti di combattimento, inoltre è affascinante poter trascorrere un po’ di tempo in uno dei luoghi più amati dell’intero universo di Star Wars.

A tratti, è interessante seguire il dottor Pershing mentre si muove all’interno del Programma di Amnistia della Nuova Repubblica e conosce Elia Kane, sebbene alcuni dialoghi risultino un po’ piatti a causa di una scrittura poco ispirata, tuttavia gli spunti di riflessione sono molto validi, il legame tra Elia e Pershing (rispettivamente G68 e L52), il loro rifiuto di essere solo ingranaggi di una macchina oppressiva e proditoria, offre alle loro storie un certo spessore narrativo.

Infine, l’inganno di Elia risulta un bel colpo di scena, anche se ad un certo punto diventa quasi prevedibile, quello che adesso ci aspettiamo è di scoprire quali siano i suoi piani ultimi, che mettono tutto sotto una luce molto più oscura di quella che pareva essere all’inizio, impossible non sperare di rivedere Moff Gideon, che chiaramente sta tirando le fila della questione, soprattutto quando abbiamo capito che sembra essere riuscito a scappare dalla prigionia.

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La missione di Pershing ed Elia

Uno degli aspetti migliori della missione di Pershing ed Elia finalizzata a recuperare le attrezzature dallo Star Destroyer distrutto riguarda la scena del treno, qualcosa che non è propriamente una novità nell’universo di Star wars, ma in questa occasione funziona bene perché ha aiutato a creare un po’ di tensione e pericolo a quello che fino a quel momento appariva come piatto, nonostante le buone interpretazioni, i momenti riguardanti il posto di lavoro e le interazioni con i colleghi sono monotone e trascurabili.

Inoltre, anche le ambientazioni dello Star Destroyer riescono a essere meravigliose e raffinatamente curate in ogni dettaglio, una vera delizia per gli occhi, soprattutto considerando che sono reali, in un’era in cui Disney ormai ricrea tutto in post produzione, non stupitevi infatti se in alcuni momenti vi sembrerà di aver fatto un salto nel passato ed essere tornati nelle avventure di Andor, che non mi stancherò mai di ripeterlo, è stata una delle migliori rivelazioni di Star Wars degli ultimi anni.

Cosa possiamo aspettarci da The Mandalorian

Ci sino davvero tante carte in tavola a questo punto che aspettano solo di essere giocate: per quanto tempo Bo-Kant manterrà il segreto (e l’elmo) prima di fare la sua mossa? Quale ruolo giocherà Pershing con la sua conoscenza della clonazione nel grande disegno generale? Possiamo aspettarci di rivedere Moff Gideon in questa stagione? Din Djarin scoprirà il maestoso Mitosauro e lo vedremo cavalcarlo come nella grande tradizione dei Mandaloriani? Ma soprattutto, perché n questo ultimo episodio ci hanno fatto vedere così poco Grogu?? Aspettiamo le sue prime parole.