The Mandalorian 3, è il momento di Grogu e del suo passato in Star Wars | Recensione episodio 4

The Mandalorian 3
The Mandalorian 3

Con il quarto episodio di The Mandalorian finalmente scopriamo uno dei grandi interrogativi in sospeso di Star Wars.

Siamo arrivati al terzo episodio di The Mandalorian e rispetto ai tre precedenti sicuramente questo è risultato un po’ debole non introducendo grandi eventi a livello narrativo o indirizzandoci verso nuove avventure, sicuramente però il suo punto forza è andare a cementare il passato della saga di Star Wars con alcune rivelazioni inaspettate.

Ormai il trio composto da Din, Bo-Katan e Grogu è stato ufficialmente accettato dei Mandaloriani vecchio stampo, infatti in questo nuovo episodio li vediamo interagine nella quotidianità del gruppo, il piccolo Grogu inizia il suo duro addestramento, nonostante sia molto pesante per un esserino così piccolo, la stessa Bo lo rassicura dicendogli che Din gli sta chiedendo un grande sacrificio perché è orgoglioso di lui. In questo siparietto molto genitoriale si percepisce come la guerriera stia sempre di più entrando a far parte della famigliola.

Nel momento in cui un enorme drago alieno rapisce uno dei bambini mandaloriani inizia un inseguimento aereo spettacolare che in definitiva ci svela quale sarà la trama di questo episodio, scopriamo che non è la prima volta che un bambino viene portato via dal rapace ma non sono mai riusciti a salvarli perché i loro jetpack hanno una capacità limitata di carburante e questo non gli permette di arrivare fino al nido dell’animale. Un momento molto concreto, siamo abituati a macchine volanti, ambientazioni fantascientifiche, invece trovarsi di fronte a un reale problema come quello del carburante rende tutto realistico.

Din e Grogu si separano e noi scopriamo il suo passato

Quando Din parte all’inseguimento dell’animale gigante, Grogu rimane con l’Armaiolo creando un piacevole mutamento nelle dinamiche e una buona opportunità per avvicinare ulteriormente Grogu alle convinzioni spirituali di Din, viene forgiato un medaglione come pezzo dell’armatura del piccolo e il significato che porta è molto profondo, “Così come diamo forma all’acciaio mandaloriano, diamo forma a noi stessi”.

Proprio durante la forgiatura, un suono particolarmente forte riporta Grogu al suo passato, quando cerca di fuggire dal Tempio Jedi durante l’Ordine 66, chiunque avrà provato un brivido lungo la schiena, la scena è sommersa di fan service e sorprendentemente risulta meno drammatica del previsto, considerando gli indicibili orrori che si stanno consumando in altre parti del palazzo. Quello che però tanto aspettavamo, ovvero un cameo di Hayden Christensen non arriva, quello che veniamo a sapere è che a salvare Grogu è stato il Maestro Jedi Kelleran Beq (Ahmed Best) con una fuga adrenalinica.

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Una fuga emozionante quella di Grogu e Kelleran, a bassa risoluzione

Nonostante la sequenza della fuga dal Tempio Jedi sia sicuramente uno dei momenti migliori di questo terzo episodio, la sua messa a punto ha lasciato un po’ a desiderare, le riprese di Kelleran sullo speeder risultano in larga misura in green screen, in generale la sequenza non è fluida né di grande impatto e tutto questo è strano, considerando che questo inseguimento avviene a Coruscant di notte, uno dei momenti migliori per gli effetti visivi proprio grazie alle tante luci fluorescenti. In questo caso è molto più lodevole l’inseguimento diurno tra i Mandaloriani e il grosso bestione. Ed è subito House of the Dragon.

La storia di Din, Bo-Katan e Paz Vizsla che scalano la montagna per salvare il piccolo Ragnar è un po’ confusa, le immagini sono notevoli e vedere tutti questi Mandaloriani lavorare in squadra è gratificante, tuttavia, quando il raptor vomita Ragnar e comincia a farlo dondolare sopra i suoi pulcini, francamente risulta ridicolo, intanto perché è ovvio che l’ha rapito per mangiarlo, se non per quello cosa? Mentre loro sembrano tutti terrorizzati nel dover fare poco rumore diversamente l’animale lo ucciderà. Ehi sveglia per lui è cibo! Non vuole un riscatto. Lo scopo di questa missione è avvicinare Bo-Katan agli altri e raggiunge l’obiettivo, sicuramente poteva essere pensato in modo più brillante.

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La confessione del Mitosauro tanto attesa

In questo episodio succede ben poco per far avanzare la storia, non ampliamo la nostra conoscenza dei personaggi e l’unico momento davvero interessante è il flashback di Grogu, dove comunque manca quel cameo in cui speriamo da mesi, possiamo definirci parzialmente delusi. Il momento si fa caldo quando finalmente Bo-Katan decide di confessare all’Armaiolo di aver visto un Mitosauro in carne e ossa immergendosi nelle acque vive di Mandalor, qui poteva succedere il colpo di scena che avrebbe dato la sferzata all’episodio e invece non succede proprio nulla.

L’Armaiolo non crede a una sola parola di quello che ha appena sentito, considerandola come una mezza visione mistica, questo portando nuovamente Bo-Katan a essere diffidente e confusa su questa ‘benedetta via’. Quello che succederà nel prossimo episodio è un vero mistero, visto che non abbiamo nessun tipo di aggancio a partire da questo.