Harry Potter tornerà come serie TV? I poli opposti del dibattito sui social

Harry Potter

HBO Max ha annunciato lo sviluppo di una serie televisiva adattata da Harry Potter, ma non senza causare controversie.

Quello di Harry Potter è un mondo complicato. Non si intende il mondo narrativo del brand, il cosiddetto Wizarding World, bensì il franchise stesso e tutto ciò che al giorno d’oggi porta con sé. Tutti conoscono Harry Potter e l’influenza che ha avuto e continua ad avere in tutte le sue reincarnazioni crossmediali, ma se si tralasciano i giovanissimi tutti conoscono anche J.K. Rowling e la sua nomea decisamente non brillante.

Nel corso degli ultimi anni Rowling si è più volte pronunciata sulla materia del genere e della sua autodeterminazione, dichiarandosi preoccupata che questa vada ad annullare e sovrascrivere il concetto di sesso biologico. Indelicate e confusionarie, le sue dichiarazioni sono state più volte al centro di proteste social e Rowling è finita inesorabilmente nella Hall of Fame di persone famose di cui si apprezza il lavoro ma non la persona.

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Il ritorno della saga su HBO Max

Dal 2019 ad oggi Rowling non è riuscita a risollevare la sua credibilità agli occhi della comunità trans ed è diventata una figura antagonista. Questo ha portato ad una avversione verso i prodotti stessi della Rowling, a partire dal videogioco RPG dell’anno scorso, Hogwarts Legacy, fino all’annuncio di HBO Max che la saga di Harry Potter verrà nuovamente adattata, stavolta però sotto forma di serie TV con ogni stagione dedicata ad un libro.

Le perplessità partono dall’aspetto commerciale o artistico dell’operazione di HBO: la saga di Animali fantastici ha concluso la sua corsa in declino, e gli otto film sono ancora amati dai fan così come i suoi interpreti. Le proteste però vanno ben oltre e puntano a boicottare il Wizarding World in un tentativo di deviare il flusso di denaro che finirebbe altrimenti nelle tasche della scrittrice britannica. Ma è davvero giusto o necessario?

J.K. Rowling

Una zona grigia di pensieri ed opinioni

Rowling ha un pensiero preciso circa sesso, genere e la politica legata ad essi, ma non estremista quanto si pensi (sebbene lontano dall’essere intoccabile). Quando un dibattito prende la strada dei social esso diventa limitato ai 280 caratteri concessi dai tweet e perde completamente qualsivoglia forma di conversazione, confronto ed oggettività. Quest’ultima non delle cose – ognuno ha un suo parere ed è difficile trovare materie sociali oggettive – ma delle opinioni espresse. Tutto diventa polarizzato ed estremizzato, non lasciando spazio alcuno per tutta la zona grigia intermedia che è sinonimo di complessità.

Ognuno sceglie se separare l’opera dall’autore (Rowling da Harry Potter in questo caso), ognuno sceglie con quali opinioni concordare, ma non essere d’accordo non significa avere tutte le ragioni. D’altronde, Top Gun: Maverick non è forse una celebrazione della marina americana (che ha anche finanziato il film) con la sua star di punta, Tom Cruise, che è un membro prestigioso di Scientology? Amazon PrimeVideo o AppleTV non sono forse realtà audiovisive con alle spalle dei colossi dalla dubbia moralità? L’industria cinematografica stessa non è forse piena di personaggi e comportamenti avulsi da rispetto ed inclusività?

Decretare la “malvagità” di un prodotto solo perché collegata ad una figura antagonista non è una argomentazione, specialmente se si ignorano le criticità di tanti altri casi eclatanti.