Barbie è decisamente il film di Ken: Margot Robbie è perfetta nel ruolo ma Ryan Gosling ha battute epiche | Recensione

Barbie
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Il film Barbie vuole essere un manifesto femminista che lascia tutto lo spazio migliore a Ken con una satira pungente.

La prima cosa importantissima da sapere se si decide di andare al cinema a vedere il film di Greta Gerwig, Barbie, è che non si tratta di un film per bambin*, sì è vero è tutto rosa e la protagonista è la bambola più iconica del mondo, ma no, la trama annoierà terribilmente i più piccoli, perché non la capiranno.

Non per niente, infatti, è stato vietato ai minori di 13 anni negli Stati Uniti, (ma in Italia no), questo perché il linguaggio volutamente volgare soft e i doppi sensi sono costantemente presenti durante tutta la pellicola. La trama vuole porre il pubblico davanti a una domanda: Barbie è un personaggio svilente o stimolante?

Il film inizia puntando alla prima risposta, per poi virare prepotentemente sulla seconda regalandoci una commedia gioiosamente allegra e completamente rosa, dove la produzione è niente meno che della Mattel (le vendite erano in calo?), la protagonista bionda dalla bellezza sovrannaturale poteva essere interpretata solo da Margot Robbie, che incarna perfettamente queste qualità, quindi Barbie esiste.

Inoltre la Gerwig, grazie alla sua consapevolezza come regista femminista, ha fatto una mossa astuta ma sottilissima scegliendo di dare tutte le battute migliori a Ryan Gosling il quale si prende totalmente la scena nel ruolo dello storico fidanzato di Barbie, Ken.

L’influenza di Barbie sulle nostre generazioni

La pellicola prova per tutto il tempo a giocare su una dualità da cui non può scappare, soprattutto per la produzione di cui sopra, ovvero fare una critica costruttiva e mirata anti-Barbie giocando su battute e citazioni sagaci, ma allo stesso tempo lanciare il messaggio che sì è vero, Barbie è un giocattolo conformista e oppressivo ma questo è il passato, adesso lo abbiamo superato.

E lo fa dando il beneficio del dubbio alla famosa bambola di essere candida e innocente, questa la sua vera e unica colpa, infatti negli anni proprio la casa madre ha lanciato una vasta gamma di Barbie “diversamente stereotipate”, convincendoci che è il mondo reale che ci ha costretto ad adottare questi cambiamenti necessari, ma comunque fasulli.

Barbie
Barbie

Cosa ci rimane del film Barbie

Alla fine Barbie è un film estremamente divertente, ma allo stesso tempo consapevole, proprio perché il suo lato comico è profondamente radicato nella coscienza di sé, costringendo la protagonista a dover fare un passo indietro restando pudica e finendo per essere un insipido sfondo per personaggi molto più complessi, come il trasgressivo Ken metrosexual bramoso di approfondire il concetto di patriarcato, scoprendo con frustrazione che purtroppo ha poco a che fare con i cavalli.

Così vediamo Barbie vivere la sua vita perfetta, nella sua casa perfetta da sogno, con le sue amiche Barbie perfette, durante serata danzanti perfette, tra amiche che ovviamente non possono non essere altro che leader politici, medici, giudici della Corte Suprema, e premi Nobel, circondate da un numeroso gruppo di Ken da spiaggia che non aspettano altri di essere tenuti in considerazione, e Allan la versione beta di Ken. In tutta questa perfezione rosa Barbie viene assalita da terribili pensieri di… morte. Forse il concetto più azzardato e incredibile che si possa pensare per Barbie, ma che purtroppo non viene approfondito con il giusto spessore.

Barbie - Ken
Barbie – Ken

Il viaggio di Barbie stravolge l’ovvio

Dopo essere andata da Barbie stramba, così chiamata perché è la classica bambola abusata durante il gioco aggressivo e perennemente in spaccata con un taglio di capelli ‘sbarazzino’, le dice che l’unico modo per tornare alla ‘perfezione’ è uscire da Barbieland per andare nel mondo reale e ricucire lo strappo che è stato creato. Così veniamo catapultati in maniera divertente a Santa Monica in California dove Barbie, seguita da Ken, inizia a fare i conti con la ‘civiltà’ e i ruoli dei due vengono totalmente ribaltati, è uno spasso vedere Ken che scopre quanto gli uomini siano socialmente superiori alle donne e come questo lo porti a voler addirittura leggere, considerando che fin poco prima si annoiava solo all’idea che una persona volesse pensare.

Barbie, invece, scopre che i suoi pensieri così cupi e tristi le sono stati trasmessi con una specie di telepatia tra mondi dalla proprietaria della bambola, Gloria, donna, mamma single e assistente, nonché unico essere femminile, all’interno dell’impero Mattel. Sua figli Sasha è di una nuova generazione nata ben dopo gli anni ’80 e ’90, dove il culto della Barbie si è decisamente smorzato tendente al critico, rendendo la narrazione perfetta nel susseguirsi degli eventi reali e portando nuovamente a pensare ai guadagni in calo della casa madre.

Barbie - Ken
Barbie – Ken

Il film Barbie è un Amarcord che vuol essere commedia

Nella pellicola troviamo anche il personaggio di Ruth Handler, l’inventrice di Barbie adesso anziana fantasma che vive al diciassettesimo piano del palazzo Mattel, un momento nostalgico che vuole a tutti i costi mettere nel film il momento strappalacrime, che forse non era necessario e non aggiunge nulla alla storia, ma non è un danno.

In conclusione, se qualcuno dovesse chiedermi se vale la pena andare a vedere Barbie risponderei senza pensarci: sì! Non solo perché per la mia generazione è un tuffo nel passato e i titoli di coda vi faranno dire “oooh me la ricordo quella Barbie”, ma anche perché si tratta di un intrattenimento divertente, consapevole e desideroso di lasciare qualcosa una volta chiuso il sipario e sappiamo che negli ultimi anni è merce rara, questo fa passare decisamente in secondo piano il fatto che la pellicola sia una celebrazione costante del giocattolo forse più famoso della storia e che ancora oggi è in produzione. Si prospetta un Natale ricco di Barbie sotto l’albero. Mattel ha messo a segno un’altro colpo.