“Un amore” di Dino Buzzati, un vero e proprio capolavoro di tristezza

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Per rimanere sul tema delle storie d’amore che ti spezzano il cuore, soprattutto se queste storie travagliate le avete vissute in prima persona, voglio consigliarvi uno dei miei libri preferiti “Un amore” del maestro della letteratura italiana Dino Buzzati. Questo romanzo è un vero e proprio capolavoro di tristezza, amarezza e delusioni; si sviluppa con velocità sotto gli occhi del lettore che per tutto il tempo si rode il fegato e vorrebbe prendere a schiaffi il protagonista, Antonio Dorigo, architetto di 49 anni, un uomo borghese nel pieno della vita, intelligente, affermato nel lavoro, ricco, fortunato e… innamorato di Laide, di professione prostituta. Per tutto il romanzo si subisce passivamente la sofferenza fisica e psichica di questo cinquantenne polverizzato dall’insensibilità di una ventenne cinica e “di mondo”. Antonio perde completamente il contatto con la realtà, con la sua vita vera, con tutto quello che di reale c’era nel suo mondo e tutto questo per seguire ciecamente e con ossessiva passione la sua giovane amante, che senza scrupoli, lo trasforma nel suo “zerbino d’amore”. Pur di vederla, Dorigo, subisce ogni tipo di umiliazione, cerca di scappare da lei, rendendosi violentemente conto di non averne il “potere” perché trattenuto da una forza apparentemente inspiegabile ma troppo potente, una “verità” che lo stesso Dorigo non riesce a verbalizzare per quasi tutto il libro.
Uno dei passaggi che preferisco e quando Dorigo, a suo modo, si rende conto del sentimento puro che prova per Laide, quel sentimento che nonostante i dolori e le sofferenze, emerge dal suo inconscio come un pugno nello stomaco e al quale, si rende conto, è incapace di dire di no.

“Di colpo egli capì ciò che dicevano (parla dei pioppi che scorrono veloci da un lato e dall’altro della strada quando con l’auto dell’amico sta correndo da lei, Laide, a Modena), capì il significato del mondo visibile allorchè esso ci fa restare stupefatti e diciamo “che bello” e qualcosa di grande entra nell’animo nostro. Tutta la vita era vissuto senza sospettarne la causa. Tante volte era rimasto in ammirazione dinanzi a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un gradino, a un interno di una chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto. Un segreto molto semplice: L’amore. tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d’amore.”

Un altro aspetto che amo di questo libro è la descrizione che Buzzati fa della sua Milano negli Anni 60, un ritratto di una metropoli in un preciso momento storico; nel pieno boom economico, brulicante e attiva, decisa e presuntuosa, orgogliosa e sfacciata, impregnate degli odori dei “camini, sfiatatoi delle caldaie a nafta, ciminiere delle raffinerie Coloradi, camion ruggenti e fogne”. È questo lo sfondo il cui si muove il protagonista di “Un amore”, facendo immergere anche il lettore nella poesia di quel periodo.

“La consolazione, la felicità era tale che il modo di raggiungerla non aveva più alcuna importanza.”

L’autore: Dino Buzzati è stato tra i più originali autori italiani del Novecento, entrò nel 1928 al Corriere della Sera, di cui fu cronista, redattore e inviato speciale. Esordì nel 1933 con Bàrnabo delle montagne, cui seguirono numerosi romanzi e racconti di successo tra i quiali: Il segreto del bosco vecchio. Il deserto dei Tartari, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Pura alla Scala e tanti altri.

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