Nel cuore di Milano torna a fiorire la vigna di Leonardo

La Casa degli Atellani, al cui interno si trovava la vigna di Leonardo Da Vinci, in un disegno di Piero Portaluppi
La Casa degli Atellani, al cui interno si trovava la vigna di Leonardo Da Vinci, in un disegno di Piero Portaluppi

Nel parco di Casa degli Atellani, a pochi passi dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie dove Leonardo Da Vinci dipinse il Cenacolo, è stato scoperto il suo vitigno, la malvasia di Candia.
Una scoperta di non poca rilevanza quella fatta dalla “Fondazione Portaluppi” e agli eredi di Casa degli Atellani, insieme ad un’unità operativa di studiosi guidati dal prof. Attilio Scienza, massimo esperto di dna della vite, dalla ricercatrice Serena Imazio e dall’enologo Luca Maroni; scoperta questa, che prevede entro la fine di febbraio, la ricollocazione della vigna leonardesca esattamente come un tempo, documentata dalle foto risalenti agli anni Venti custodite dalla Fondazione Portaluppi.

La vigna di Leonardo nel 1920, fotografie di Antonio Paoletti
La vigna di Leonardo nel 1920, fotografie di Antonio Paoletti

Il vigneto, che occupava oltre 8.300 metri quadri, si trovava nell’area in cui oggi sorge il giardino interno del palazzo e venne donato a Leonardo nel 1499 da Ludovico il Moro in persona come ricompensa per l’Ultima cena e vari altri servigi.

Mappa tratta dal libro di Luca Beltrami – La vigna è il II° lotto, MPST – “a” del Salai e “b” del Villani – l’arteria CD è l’odierna via Zenale – la chiesa in alto a destra è Santa Maria delle Grazie, affacciata su corso Magenta. Quella sotto è S. Gerolamo e quella a sinistra è S. Vittore
Mappa tratta dal libro di Luca Beltrami – La vigna è il II° lotto, MPST – “a” del Salai e “b” del Villani – l’arteria CD è l’odierna via Zenale – la chiesa in alto a destra è Santa Maria delle Grazie, affacciata su corso Magenta. Quella sotto è S. Gerolamo e quella a sinistra è S. Vittore

Per Leonardo, la vigna, acquisì un preciso valore affettivo, anche perché sperava che quel possedimento avrebbe potuto garantirgli la cittadinanza di Milano, ma non fu così perché, in seguito alla caduta di Ludovico il Moro, la vigna gli venne confiscata. Quattro anni dopo, Leonardo scrisse col cuore in mano a luogotenente del re di Francia in Italia Carlo D’Amboise e riuscì a riottenerla. Giunse miracolosamente integra fino agli anni ’20, ma purtroppo, come troppe cose durante i bombardamenti su Milano del ’43, anche la vigna fu distrutta e da allora non c’è stata più alcuna sua traccia, fino alla scoperta avvenuta con le ricerche finanziate dalla casa degli Atellani e alla “Fondazione Portaluppi”.

Il parco che si apre una volta varcato l’ingresso della casa, nel pieno centro storico di Milano
Il parco che si apre una volta varcato l’ingresso della casa, nel pieno centro storico di Milano

Alcune piante della storica vigna vennero salvate dall’architetto Piero Portaluppi e ora, in occasione di Expo 2015, stanno per essere nuovamente piantate nella loro collocazione originaria, nel giardino della Casa degli Atellani in corso Magenta.
Expo è un’occasione unica per conoscere meglio le bellezze di Milano, anche quelle nascoste, e in particolare lo stretto legame che con Milano aveva Leonardo da Vinci, cui sarà tra l’altro dedicata a Palazzo Reale la più grande mostra europea mai concepita.

Anche il sindaco Giuliano Pisapia ha accolto con grande entusiasmo e commozione questo importante progetto: «Sono grato a chi coglie così bene il senso dell’accoglienza in vista di Expo ed apre la porta di casa sua per far scoprire ricchezze preziose della nostra Milano. La scelta di aprire al pubblico Casa degli Atellani dimostra ancora una volta come la chiave del successo sia la collaborazione generosa di tutti».

facciata_casa_degli_atellani cortina_interno_casa_degli_atellani