Furore di John Steinbeck. Perché leggerlo

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Perché leggere Furore di John Steinbeck?
Perché una volta letto vi chiederete come avete potuto non leggerlo prima. Perché è un capolavoro della letteratura americana o perché vinse il Premio Nobel nel 1939, ma non sono i principali motivi per leggerlo. Va letto perché Furore (The Grapes of Wrath) è un grido di protesta contro “l’inumanità dell’uomo contro l’uomo”.

Raccontare in breve la trama risulterebbe riduttivo, userei troppe parole per riportare passaggi che meritano di essere letti e vissuti, parola dopo parola. Invece preferisco provare a trasmettervi quello che per me è stato, quello che un libro scritto agli inizi del 900 è stato capace di risvegliare in me lettore. Non tralascerò i fondamentali, ovvero necessari cenni storici per collocarlo in un determinato periodo. Proprio perché percepirne la distanza aiuta a valutarne la strardinaria e terrificante attualità.

Furore tratta un tema a margine di un avvenimento storico enorme, la Grande Depressione Amenicana del ’29. Dico a margine perché non è questo il punto focale della storia, si parla di una situazione ben precisa e molto delicata, di quando la riduzione della produzione agricola, prevista dall’Agricultural Adjustement Act, arrestò la caduta dei prezzi ma causò l’espulsione dalle campagne di migliaia di contadini che, oltre a perdere il lavoro, persero tutto quello che avevano costruito in una vita.

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Protagonista è la famiglia Joad, composta da tre generazioni di contadini dell’Oklahoma che decidono di intraprendere un difficile viaggio verso la California, ma sono solo una figura di riferimento nella storia, perché il romanzo è “dedicato” alle centinaia di migliaia di contadini in marcia attraverso il continente americano alla ricerca di una nuova Terra Promessa, con la speranza e l’illusione di trovare tutto quello che gli è stato “promesso”, ovvero la dignità di poter lavorare onestamente e di costruirsi un nuovo futuro.

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Furore è un romanzo capace di parlare a chi lo legge attraverso il tempo, perché l’odissea che subiscono i Joad è l’odissea di tutta quell’umanità costretta a migrare per scappare dalla misera, per approdare alla fine a una miseria forse peggiore.

Questo non può non aprire, dentro il lettore, quel cassetto di una memoria recente, quella dei nostri trisnonni che cercavano la salvezza e una seconda possibilità guardando la statua della Libertà, o la memoria di una storia attuale, quella dei barconi libici che approdano sulle coste di Lampedusa.
Una storia che si ripete e questo romanzo scritto nel ’39, risulta tragicamente attuale toccando argomenti ancora caldi, tematiche sociali difficili da smantellare nella mente delle persone, come il rapporto tra la ricchezza e la povertà o tra schiavo e padrone, la logica contorta e controversa del profitto, la supremazia senza discussione di classi sociali egoiste e irrazionali e la presa di consapevolezza dei propri diritti di lavoratore e di essere umano.

Queste sono alcune delle tematiche principali raccontate con schiettezza in Furore e Steinbeck è sicuramente uno di quegli individui che, in tempi difficili, sanno indicare il cammino della speranza, ieri come oggi. Ecco perché Furore è il Libro da leggere.