Viaggiando oltre il cielo. L’astronauta Umberto Guidoni ci racconta la sua vita nello spazio.

Il 9 marzo, al Centro Asteria di Milano, l’Astronauta Umberto Guidoni ha tenuto un’interessante conferenza sulle sue missioni nello spazio, svelandoci aneddoti e curiosità.

Umberto, animo curioso e poliedrico, ha subito catturato la nostra attenzione, non solo raccontandoci delle missioni spaziali, ma anche parlandoci dei misteri di tutto l’universo, argomento che lo appassiona particolarmente e completamente. Ci ha descritto la sua vita in orbita con interessanti divagazioni sulla colonizzazione spaziale e su cosa ci riserva il futuro.

La sua storia è davvero interessante: nel 1994 viene scelto come specialista di carico utile nella missione dello Space Shuttle STS-75 e, dopo un addestramento di oltre un anno, effettua il suo primo volo nello spazio a bordo della navetta Columbia.

La sua seconda esperienza nello spazio è stata a bordo dello Space Shuttle Endeavour, impegnato in uno dei voli di assemblaggio della Stazione Spaziale (stazione spaziale internazionale). La missione comprendeva il volo inaugurale del modulo Raffaello, uno dei tre Moduli Logistici Pressurizzati (MPLM) italiani per il supporto logistico della SSI. A bordo c’era anche il braccio robotico canadese Canadarm2.
Guidoni diventa così il primo astronauta europeo a salire a bordo della ISS.

La Stazione Spaziale Internazionale è in orbita terrestre bassa, dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC. Viaggia a una velocità media di 27.600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno e viene mantenuta in orbita a un’altitudine compresa tra 330 e 410 km dal livello del mare. Fin dal 2 novembre 2000 è abitata continuativamente da un equipaggio variabile tra 2 e 6 astronauti (o cosmonauti). Nel tempo l’equipaggio è stato sostituito varie volte.

Il racconto di Guidoni descrive ogni particolare della missione, dalla sensazione di accelerazione del lancio e del rientro della navicella a quelle sull’assenza di gravità e alle regole sullo stile di vita da tenere in orbita.

Lo stesso Guidoni ci spiega che: “Dopo il frastuono e la forte accelerazione che accompagna tutta la salita del razzo, arrivare nello spazio e sentire il proprio peso che si annulla nel momento dello spegnimento dei motori, è qualcosa di incredibile”.

Una volta eseguita la complessa manovra per agganciare la capsula alla stazione spaziale, gli astronauti aspettano molti giorni in assenza di peso, fluttuando e muovendosi in maniera completamente diversa di come lo si farebbe a terra. Lo stesso astronauta racconta che non è così facile e divertente come potrebbe sembrare: “Stare in assenza di peso è tutt’altro che confortevole, serve abituarsi e allenarsi adeguatamente prima di effettuare la missione”.

La pressione sanguigna nella testa aumenta sensibilmente, con possibili problemi alla vista, le ossa incominciano a deperire nei giorni (secondo gli studi il calcio nelle ossa si fissa molto meno quando si sta nello spazio). Per questo motivo chi va nello spazio viene selezionato, oltre che per le proprie competenze, anche per una forma fisica praticamente perfetta.

Guidoni a bordo della ISS mostra l’emblema della Presidenza della Repubblica nella cabina dello Space Shuttle.

Per il futuro la sfida è quella di portare le persone nello spazio, ma questa battaglia va vinta anche sul piano medico oltre che su quello ingegneristico, grazie alla costruzione di mezzi sempre più performanti e confortevoli. Proprio su questo argomento l’Astronauta approfondisce la propria visione delle future missioni spaziali e ci parla della corsa spaziale che potrebbe avvenire: “In questi ultimi anni il panorama delle missioni spaziali è cambiato. Molte compagnie private stanno dando filo da torcere ai grandi colossi governativi dello spazio. La previsione è che nel giro di pochi anni anche la NASA potrebbe utilizzare razzi e altri tipi di tecnologie, provenienti dal settore privato, per effettuare le proprie missioni a costi enormemente più bassi.” E continua: “Una su tutta la SpaceX di Elon Musk con gli ultimi lanci di prova ha dimostrato di poter costruire dei razzi potentissimi capaci di andare nello spazio e tornare sulla terra atterrando autonomamente così da poter essere completamente riutilizzati e ridurre drasticamente i costi di lancio.”

 

Sempre i privati promettono che nel giro di qualche anno porteranno le prime persone su Marte, ma ahimè, per gran parte della comunità scientifica questa è ancora una cosa difficile da essere realizzata, soprattutto per quanto riguarda le garanzie di sopravvivenza di un possibile equipaggio. Infatti, in un possibile viaggio verso Marte, l’equipaggio sarebbe esposto a una massiccia dose di radiazioni. Per ora non esistono soluzioni ingegneristiche tali da garantire una schermatura efficace. Staremo a vedere!

Come potrebbe essere una futura base spaziale su Marte secondo SpaceX

Ma perchè gli astronauti vanno in orbita?

Per effettuare esperimenti scientifici. Tutti gli sforzi di conquista spaziale servono principalmente per effettuare esperimenti scientifici in ambienti estremi che sarebbero irriproducibili sulla terra. La ISS è un enorme laboratorio fluttuante nello spazio che effettua ricerca su una moltitudine di campi umani: da quello medico a quello ingegneristico, da quello psicologico a quello di studio astronomico.

Molte tecnologie che usiamo nel nostro quotidiano sono state studiate proprio nello spazio e molti avanzamenti nel campo medico sono avvenuti in questi laboratori.

Guidoni continua il suo racconto svelandoci alcune curiosità sulla vita quotidiana nello spazio: “gli astronauti mangiano principalmente cibo disidratato perché sarebbe impossibile trasportarne di normale, molto più ingombrante e deperibile. Inoltre devono effettuare esercizi regolari per mantenere la muscolatura in un tono accettabile. Ogni astronauta ha una cabina privata dove dormire e tenere i propri effetti personali. Per dormire si assicurano con degli elastici a una parete della cabina, visto che nello spazio non ha senso parlare di un sopra e di un sotto. Per espletare i bisogni si affidano ad aspiratori che trattengono i liquidi e i solidi. Insomma è un ambiente in cui bisogna sapersi adattare.”

Qui vediamo un astronauta durante una sessione di allenamento di corsa legato a degli elastici che impediscano di essere sbalzati via dal tapirulan.

Gli astronauti possono rimanere in orbita anche per mesi e quindi la preparazione fisica e psicologica deve essere sempre al massimo.

Infine Guidoni racconta della sensazione più forte di tutte, quando si torna a “terra”: “il proprio corpo, che fino a poco prima era abituato a galleggiare senza peso, è come schiacciato al suolo. Riabituarsi alla forza di gravità è una delle parti più difficili della missione.”

Oggi Umberto Guidoni è un veterano dello spazio e il suo contributo alla scienza è quello di continuare attivamente a raccontare alle future generazioni le sue esperienze con una passione e una chiarezza che pochi uomini hanno.

Umberto ha anche partecipato alla manifestazione Cartoomics che si è tenuta a Rho-Fiera dal 9 all’11 marzo, lo abbiamo trovato allo stand di Eclipse Event dove si poteva ammirare il Rover Lunare del Museo civico di Rovereto.

Grazie a queste persone la conoscenza dell’uomo nell’esplorazione spaziale sta continuando a progredire, la loro determinazione e preparazione permette e garantisce anche a noi di averne giovamento nella vita di tutti i giorni.