Feel Good è una serie che nutre l’anima: la seconda stagione è ora su Netflix

È approdata su Netflix la seconda e ultima stagione di Feel Good creata, sceneggiata e prodotta da Mae Martin e Joe Hampson. La serie ritorna con altri sei episodi approfondendo il rapporto tra le due protagoniste, i traumi del passato di Mae (Mae Martin) e le aspirazioni lavorative di George (Charlotte Anne Ritchie).

Feel Good

Il finale della prima stagione mostra le due riconciliarsi dopo una dolorosa rottura, ma tiene all’oscuro George della ricaduta di Mae nella droga. Quest’ultima, una comica canadese trasferitasi a Manchester per sfondare nello stand up, all’inizio della prima stagione, fa la conoscenza di George durante un suo spettacolo: scatta subito qualcosa, una profonda connessione che le trascinerà a viversi un’intensa storia d’amore. George, una giovane insegnante da sempre consideratasi etero, si trova a gestire inediti sentimenti per una donna e a coordinare le necessità di Mae con quelle dei suoi amici, ignari dell’affetto che le unisce. Mae, invece, cerca di inserirsi nel mondo della giovane, tenendo a bada, però, costanti spinte autodistruttive.

La seconda stagione porta alle estreme conseguenze le insicurezze del loro rapporto, raccontando una natura sempre più problematica del passato di Mae e la ricerca identitaria di George. Riusciranno ad appianare le differenze e ad intraprendere una relazione sana che non le spinga verso un vortice di sofferenze?

Feel Good

La stagione comincia tenendo separate le due protagoniste: la comica ha deciso, insieme al supporto dei suoi genitori, di entrare in rehab, per poter combattere la sua dipendenza. George, invece, affronta questo distacco ignorando le ragioni del suo allontanamento. Troveranno una via per ricongiungersi, consce del viscerale amore che lega l’un l’altra e di una mai svanita attrazione. Inizialmente, però, Mae e George sembrano viaggiare su due rette parallele: Mae realizza di soffrire di uno stress post traumatico causato da un’adolescenza segnata dalla droga e da una controversa relazione con Scott, un uomo molto più grande. George, invece, dopo aver abbracciato la sua sessualità, è desiderosa di trovare nuovi spunti lavorativi, nuove passioni, ma si sente spesso oppressa dalle paranoie di Mae e dalla sua radicata irrequietezza. Infatti, in preda ad attacchi di panico, Mae riesce a trovare conforto esclusivamente in spazi chiusi e sicuri, vede il mondo fuori come abitato da forze oscure e le quattro pareti della sua casa, l’unica speranza di salvezza.

Al termine della stagione però, Mae, accompagnata da George, torna in Canada con l’intenzione di affrontare Scott, l’uomo che l’aveva presa con sé durante la sua turbolenta giovinezza, ma che aveva approfittato sessualmente di lei. Lo spettatore scopre gradualmente le zone d’ombra del suo passato e insieme a Mae, abbraccia il suo desiderio di guardare al futuro, per dar vita ad un processo di crescita, a lungo ritardato. Nel percorso di guarigione, comunque, George le sarà sempre a fianco.

Mae si sforza, quindi, di comprendere che, prima di stare bene con George, deve provare a curare le proprie ferite. L’obiettivo è quello di relegare i traumi che per tanto tempo l’hanno perseguitata, in un piccolo posto nella sua anima. Ansie, mai sopite, rendono Mae la persona problematica e inquieta di cui George si è innamorata: ma quanto il suo amore può spronare Mae ad apprezzare il caos interiore che la contraddistingue e spingerla a vivere per davvero?

Feel Good

Feel Good non è una semplice commedia, fa sorridere il pubblico mentre sfiora la malinconia senza compiacimento o pena e affronta le problematiche identitarie con spiritoso cinismo. I personaggi sono descritti in maniera sincera non tralasciandone pregi, ossessioni e manie. Nel mondo caotico, arrivista e spesso surreale che la serie racconta, Mae e George creano la loro personale realtà in cui hanno la fortuna di poter essere loro stesse: Mae realizza di non sentirsi né donna né uomo, George di voler salvare le api. La serie invita lo spettatore a osservare la vita delle due giovani protagoniste spogliandolo di ogni giudizio morale ma stimolandolo ad empatizzare con le loro complessità. Insomma, Feel Good narra le vicende di due essere umani che, tra ostacoli interni ed esterni, si incontrano una sera in un bar, si innamorano e non hanno intenzione di lasciarsi, nonostante l’universo sembra affermare con forza il contrario. Questo perché, per Mae Martin e George, stare insieme significa stare bene.