Eternals, il nuovo film Marvel è enorme, questo è sia la sua forza che la sua debolezza. Recensione

Il Marvel Cinematic Universe così come lo conosciamo non è che una provinciale commediola in confronto alla portata colossale di quest’ultima espansione, Eternals si estende su distese così vaste di spazio e tempo da spremere tutto in un solo film, risulta quasi una scoperta scientifica in sé. Tutto in Eternals è enorme, questo è sia la sua forza che la sua debolezza. In termini di spettacolo visivo ci offre panorami cosmici che non sarebbero fuori posto sulla copertina di un album prog-rock o per un documentario sul Big Bang. La storia attraversa l’intero globo e la totalità della civiltà umana, dalla Mesopotamia alla Londra dei giorni nostri, dall’entroterra australiano all’antica Babilonia, con innumerevoli scenografie in CGI. Durante gli interminabili titoli di coda (che molti attendono con impazienza per vedere le scene post credit) si ha l’impressione che tutti gli artisti degli effetti speciali al mondo si siano riuniti per realizzarli. Alcuni dei loro lavori sono piacevolmente bizzarri; altri, va detto, sono assolutamente terribili.

Eternals

Insieme alla portata epica arriva un cast di personaggi altrettanto pazzesco e innovativo per il MCU; questi includono Gemma Chan, Richard Madden, Angelina Jolie, Salma Hayek e Kumail Nanjiani. Abbiamo anche una mitologia epica da imparare: prima ancora che inizi il film o ci sia il primo dialogo, tre densi paragrafi di testo spiegano come i nostri Eterni sono arrivati sulla terra per proteggerla dai predatori Devianti (una specie di bestie senza pelle e con tentacoli prensili) per ordine di Arishem, “il Primo Celestiale”. Se vi siete già persi è un problema, perché questo è solo la punta dell’iceberg: c’è ancora molto da imparare e scoprire, il che richiede una concentrazione di dimensioni planetarie.
Gli Eterni hanno superpoteri: l’eterno alfa Ikaris di Madden può volare e spara raggi dagli occhi, Thena di Jolie combatte con armi magiche, Makkari di Lauren Ridloff è super-veloce, e così via. Ma non si tratta di supereroi standard della Marvel, bensì di divinità immortali e indistruttibili che vivono tra di noi in incognito da ben 7.000 anni. “Perché non avete aiutato a combattere Thanos?”, chiede ragionevolmente un comune umano. Gli Eterni possono intervenire solo quando sono coinvolti i Devianti, dicono. Come i Wakandiani in Black Panther, gli Eterni hanno pareri discordanti su come usare la loro superiorità. Potere, responsabilità, lealtà e unità sono i temi dominanti. Ma ci sono pochissimi momenti in cui questi immortali entrano effettivamente in contatto con gli umani, il che rende la loro situazione un po’ astratta. È solo quando i destini degli Eterni sono messi in pericolo che si interessano veramente a salvare noi piccoli uomini. Rivelare di più significherebbe rovinare le sorprese rispetto alla trama, inoltre richiederebbe la spiegazione di termini come “l’Emersione”, “il Mahd Wy’ry” e “l’Uni-Mente”.

Eternals

Si può dire che questo film, rispetto al suo franchise sia certamente diverso, una delle più grandi sorprese di Eternals è il suo regista, Chloé Zhao, che ha vinto due Oscar all’inizio di quest’anno per Nomadland, la sua indagine lirica e semi-documentaria dell’America nel qui e ora. Ci sono somiglianze estetiche tra le due pellicole – un sacco di scene con meravigliosi tramonto in ore magiche e la lentezza di alcuni passaggi – ma i due film non potrebbero essere più diversi. Il marchio di fabbrica dei precedenti lavori di Zhao era l’intimità e il realismo, Eternals è un gigantesco esercizio di irrealismo.

Zhao riesce almeno a radicare la storia in qualche dramma personale, il centro emotivo del film è Sersi, la trasformatrice di materia, che deve cercare di rimettere insieme gli Eternals di fronte ad una nuova minaccia, anche se sta ancora soffrendo per la sua recente rottura con Ikaris. Anche Sprite interpretata Lia McHugh è infatuata di Ikaris, ma essere intrappolata nel corpo di una ragazzina di 11 anni si trova in una situazione di svantaggio. C’è una scena di sesso non-Marvel-like tra due persone (nude), e uno dei personaggio gay bacia il suo partner – una vera novità per la Marvel, ovviamente le scene sono entrambe fugaci. Nanjiani garantisce un po’ di sollievo comico necessario nel ruolo di Kingo, eterno divo del cinema di Hollywood (anche se Harish Patel nel ruolo del suo “valletto” che gira i documentari sembra un passo falso). Il potere stellare della Jolie nella vita reale è in qualche modo offuscato dal poco coinvolgimento nel film e l’ancora meno convincente disturbo della personalità del suo personaggio, alcuni degli Eterni minori hanno a malapena il tempo di fare una leggera apparizione, senza lasciare il segno rimanendo tutto troppo in superficie nonostante si attraversino 7000 anni.

Questo è il vero problema di Eternals, ci sono troppe cose in ballo. Tutto è diretto verso l’ennesima corsa contro il tempo per impedire che accada qualcosa di veramente brutto. Non si può dire che sia un film noioso, ci sono un sacco di novità che finora non avevamo ancora conosciuto di questo universo, ma purtroppo non è nemmeno particolarmente entusiasmante, manca l’arguzia vivace dei migliori film della Marvel. Uno dei punti di forza del MCU fino ad oggi è il modo in cui si è preso il tempo di definire ogni personaggio individualmente in modo da impostare le grandi narrazioni nei film successivi, costruendo un senso di dinamismo. Qui ci viene buttato tutto addosso in una volta sola. È se fossimo arrivati ad Avengers: Endgame a freddo, senza aver visto nessuno degli episodi precedenti. È molto probabile che i fan lo troveranno semplicemente troppo di tutto e troppo poco di altro, questo è sinonimo che più grande non non vuol dire per forza meglio.