She-Hulk: Attorney at Law, ritroviamo un vecchio cattivo del MCU. Recensione episodio 2

L’episodio 2 di She-Hulk riporta in scena un vecchio cattivo del MCU, Abominio, e Jennifer Walters è alle prese con un potenziale futuro da avvocato di lusso.

She-Hulk

All’indomani della battaglia giudiziaria piuttosto letterale di Jennifer Walters contro Titania nel primo episodio di She-Hulk: Attorney at Law, i media la etichettano come “She-Hulk”, un soprannome che lei non ama affatto. Ma, come Bruce Banner l’aveva avvertita, questi nomi da supereroi hanno hanno un fascino particolare.

Entrando in un bar pieno di festaioli pronti ad aiutare Jen a festeggiare la sua vittoria, viene quasi subito avvicinata dal collega Dennis, che disprezza la sua nuova identità. In effetti, non tutti sono impressionati da She-Hulk come i suoi nuovi fan, infatti il suo capo la licenzia rapidamente per aver incasinato l’importante caso della scorsa settimana con i suoi improvvisi eroismi.

Jen lotta per trovare un nuovo lavoro, anche se i potenziali datori di lavoro dove lei fa i colloqui danno di tutto per buttarla giù di morale definendola una “distrazione” e uno “spettacolo da baraccone”, la sua amica e paralegale Nikki cerca di rassicurarla. La sua autostima subisce un ulteriore colpo durante una cena in famiglia, dove si sente sopraffatta di fronte all’entusiasmo e ai commenti di sostegno.

Fortunatamente (ma forse non così tanto), l’avvocato della GLKH, avversario nel caso della scorsa settimana, Holloway, è rimasto colpito da Jen e vuole reclutarla come volto della loro Divisione Legale Superumana. Ma non è Jen che vogliono assumere, bensì She-Hulk, e Jen deve ingoiare l’orgoglio e diventare una sorta di marchio di garanzia per la GLKH se vuole continuare a pagare le bollette.

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Nikki, che si è unita a Jen alla GLKH, è molto più entusiasta del bagliore della loro carriera e le due incontrano il loro nuovo collega, Dishy Pug (Josh Segarra di Arrow), che consiglia loro il bagno migliore in cui fare la pupù il tutto regalandogli un cesto regalo che contiene la stessa tazza “See You Later, Litigator!” che abbiamo già visto nell’episodio precedente.

Il primo cliente di Jen è nientemeno che Emil Blonsky (Tim Roth), alias Abominio, alias il cattivo del film stranamente e coerentemente entrato nel canone dell’Incredibile Hulk con Edward Norton nei panni di Hulk. Jen si occuperà del caso di Emil per la libertà vigilata come She-Hulk, gli fa visita in un carcere di massima sicurezza dove non le è permesso essere She-Hulk. Se questo darà al team Marvel VFX una pausa dal tentativo di migliorare rapidamente la CGI in questo show, potrebbe essere una buona idea.

Emil spiega di essere stato vittima delle circostanze e di essersi ravveduto, scegliendo di non diventare Abominio dopo aver trovato la pace interiore – oltre ad avere sette nuove “anime gemelle” che ha incontrato grazie al programma di corrispondenza della prigione. Jen decide di occuparsi del suo caso, ma le cose sembrano precipitare immediatamente quando Abominio viene visto combattere in un fight club clandestino, dopo essere fuggito dalla sua cella.

Nell’episodio 2 di She-Hulk: Attorney at Law sono presenti alcuni collegamenti al MCU, tra cui spicca ovviamente Emil Blonsky. Abbiamo rivisitato Abominio solo una volta dopo L’incredibile Hulk, quando ha combattuto contro Wong nel suddetto club sotterraneo durante Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, quindi ora sappiamo quando questa serie si svolge nella linea temporale del MCU.

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Questa non è l’ultima volta che vedremo Abominio, visto che dovrebbe comparire anche nella prossima serie animata Marvel Zombies di Disney+, anche se possiamo presumere che si tratterà di una variante multiverso del personaggio.

Nel frattempo, il padre di Jen si pone una domanda che tutti almeno una volta si sono chiesti: che fine fanno le frecce di Occhio di Falco? Cosa succede a queste armi pericolose dopo che Clint le ha lanciate? Poi le va a recuperare tutte una per una? Probabilmente non sapremo mai la risposta, ma è stato bello sentirlo chiedere.

In questo episodio diciamo anche addio a Bruce Banner. Si vede una nave Sakaaran che lo trasporta nello spazio, ma il motivo del suo viaggio rimarrà per ora un mistero. Si potrebbe ipotizzare che abbia avuto un figlio durante la sua permanenza su Sakaar, e che possa esserci una prossima apparizione del pargoletto nel MCU. Questo è accaduto nei fumetti e, sebbene i Marvel Studios non seguano sempre fedelmente le trame, sarebbe un’altra buona “uscita” per Mark Ruffalo se mai decidesse di non averne abbastanza di interpretare Hulk.

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Prima della première è emerso che l’episodio della scorsa settimana avrebbe dovuto essere il penultimo di questa serie, ma c’era il timore che il pubblico non avrebbe aspettato così tanto per scoprire la storia delle origini di She-Hulk, invece è stata un’introduzione davvero buona per Jen.

La settimana scorsa sapevamo solo che era un avvocato, la cugina di Bruce e una Hulk. Questa settimana, invece, abbiamo avuto modo di passare del tempo con lei e la sua cerchia, il che è sembrato un buon modo per iniziare a interessarci al suo personaggio.

L’episodio in sé è stato abbastanza buono e anche divertente, inoltre funziona al meglio quando Tatiana Maslany è in forma di Jen e in grado di esprimersi pienamente. La Maslany è un’attrice straordinaria, e la scorsa settimana c’era troppa CGI per permetterle di mostrarla davvero. Qui fa un buon lavoro per mantenere la assurda storia con i piedi per terra, e ci si sente davvero a disagio per Jen che perde rapidamente la presa sulla propria identità.

La cena di famiglia di Jen aggiunge anche un ottimo contesto alla sua educazione e al suo carattere, possiamo vedere che sembra essere stata storicamente circondata da uomini amorevoli e solidali, che si tratti di Bruce o di suo padre. Questo è in netto contrasto con gli uomini con cui ha a che fare al lavoro o in altre situazioni sociali, che cercano di indebolirla, infastidirla o plasmare il suo aspetto a loro piacimento.

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La serie sembra essersi prefissata l’obiettivo di trattare la diversità di genere, lo ha fatto con mano pesante del primo episodio e sembrava un po’ troppo forzato, ma il team di sceneggiatori ha avuto più successo in questo episodio, creando uno scontro più conflittuale tra gli uomini buoni nella vita di Jen e quelli cattivi al di fuori di quella bolla.

Per il resto, non c’è molto da raccontare nel secondo episodio, a parte la reintroduzione di Blonsky, oltre ovviamente a Tim Roth che è sempre bello vedere in qualsiasi occasione, si percepisce però che si rende conto di quanto sia sciocca l’apparizione di questo personaggio ringiovanito, dato che si presenta leggermente esitante con le sue battute. Magari ci saranno piani più grandi per questo personaggio.

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La notizia del rimescolamento della scaletta degli episodi di She-Hulk sembra aver avuto un effetto domino anche sulla corretta introduzione di altri personaggi: chi pensava che avremmo avuto più scene con Titania dopo lo scontro con Jen alla fine della première dovrà accontentarsi di un brevissimo servizio giornalistico sull’influencer rampante di Jameela Jamil, spazzata via rapidamente mentre lo show si concentra su Blonsky e Wong.