Michele Merlo poteva essere salvato: Viene fuori la super perizia sulla diagnosi

Michele Merlo poteva essere salvato? C’è stata negligenza? Una nuova perizia potrebbe ribaltare le carte in tavola sulla vicenda del giovane cantante vicentino stroncato da una leucemia fulminante a giugno del 2021.

Michele Merlo

Chi era Michele? Musicista, cantautore e scrittore italiano nato nel 1993 a Rosà, in provincia di Vicenza e cresciuto tra Italia e Inghilterra. La musica entra a far parte della vita di Michele Merlo fin dall’adolescenza crescendo ascoltando artisti  tra cui i  Kings of Leon, Arctic Monkeys, Jeff Buckley, The 1975.

Al suo esordio però non porta il suo vero nome ma uno pseudonimo, Mike Bird con il quale si presenta ai bootcamp della decima edizione di X Factor Italia.

Raggiunge però la notorietà sul palco della sedicesima edizione di Amici di Maria De Filippi che lo vede tra gli allievi dell’edizione 2017, insieme a quelli che diventeranno noti nomi del panorama musicale pop italiano tra cui  RIKI, Federica Carta e Thomas, e classificandosi al quinto posto.

Qualche contratto discografico più tardi, “debutta” con il suo vero nome e pubblica il suo secondo album dal titolo “Cuori Stupidi” che contiene il brano che Michele Merlo presenta al Festival di Sanremo 2020 nella sezione “Nuove Proposte”.

Un’ascesa che si è interrotta troppo presto, a 28 anni, nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2021 a Bologna stroncato da una leucemia fulminante.

Ma nuove prospettive si aprono all’orizzonte per sciogliere l’ultimo dubbio su quella notte tragica.

Ma quali sono le novità su questa vicenda drammatica sulle quali non è stata ancora fatta piena chiarezza.

È stata disposta una nuova superperizia agli specialisti nominati dal giudice per stabilire se ci sia stato errore diagnostico da parte del medico di base di Michele Merlo, il dottor Vitaliano Pantaleo, che avrebbe confuso i sintomi della leucemia con quelli di uno strappo muscolare, e che al momento è l’unico indagato per omicidio colposo.

Obiettivo della perizia quello di appurare se ci sia stato nesso causale tra le decisioni mediche e la tragica fine del giovane cantautore.

La super perizia servirà per stabilire se l’ex partecipante di Amici e di X Factor poteva essere salvato da una diagnosi corretta.

L’equipe che sta lavorando alla perizia è composta dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli e l’oncologo Valter Bortolussi insieme agli specialisti di cui si sono avvalse le parti in causa, da un lato l’accusato e dall’altro la famiglia di Michele.

Risultato? assodata la responsabilità per negligenza e imprudenza del dottor Vitaliano, al quale non si imputa tanto il fatto di aver sbagliato la diagnosi (purtroppo la leucemia fulminante è una malattia rara e di difficile diagnosi da parte di un medico di base) ma di non aver attivato il percorso che l’avrebbe individuata e a iniziare subito la terapia: un banale esame del sangue.