Il racconto dell’ancella: dal romanzo distopico del 1985 alla serie tv di oggi

Il racconto dell’ancella, il romanzo distopico dell’autrice Margaret Atwood, uscito nel 1985, non è poi così tanto lontano dalla realtà (purtroppo). Dal 26 maggio è diventato anche una serie tv, The Handmaid’s Tale, dal titolo originale, suddivisa in 10 episodi e messa in onda sulla piattaforma streaming Hulu.

Come ai tempi fu per il libro, anche la serie tv sta facendo molto discutere sia per la durezza di alcune scene, sia perché tratta temi che oggi più che mai sono di dibattito comune, primo fra tutti quello della sottomissione della donna.

Il racconto dell’ancella è ambientato in un futuro prossimo: gli USA sono stati trasformati nella cosiddetta Repubblica di Galaad, uno stato teocratico che controlla in maniera assoluta i suoi cittadini, tenendoli rigidamente separati nei loro ruoli e obblighi. Ci sono le Mogli, le Figlie, le Non-Donne e le Ancelle: sono tutte proprietà degli uomini; a loro totalmente asservite, non possono leggere, non posso uscire da sole di casa e non possono lavorare. A subire il trattamento peggiore sono le Ancelle, le uniche fertili tra tutte le categorie, ridotte a meri animali da riproduzione.
La storia è raccontata in prima persona da Difred, una Ancella. Difred non è il suo vero nome, quello con cui è nata, ma definisce la sua posizione: appartiene, infatti, a un Comandante di nome Fred (Di Fred), e il suo dovere è quello di dargli un figlio, visto che sua moglie non può farlo. Difred ricorda bene come si viveva prima e ce lo racconta attraverso dei flashback: anche la sua vita in pochi mesi viene tragicamente sconvolta, perde tutto quello che aveva, un compagno una figlia e la sua identità di donna.

Ma questa sorte non tocca solo a lei. Le donne perdono qualsiasi diritto e tutti gli ufficiali di rango più alto di questa nuova Repubblica, che non hanno figli, ricevono un’Ancella, la quale può rimanere in una casa per due anni prima di essere trasferita a un altro Comandante o venir mandata presso le Colonie o peggio se non riesce ad avere figli. Avere figli è molto complicato a causa di una serie di problemi che vanno da radiazioni a rifiuti tossici, senza contare le malattie sessualmente trasmissibili che hanno colpito duramente negli anni precedenti, così la procreazione diventa una priorità insieme al controllo del corpo femminile. La Repubblica di Galaad è costruita in modo che tutti controllino tutti, come in molti scenari distopici. Eppure, proprio come in molte distopie, il debole profumo della speranza non svanisce del tutto, perché non si tratta di sistemi perfetti.

Dopo l’uscita di questo libro ci furono feroci polemiche per la durezza dei temi trattati tanto che fu addirittura messo al bando nelle scuole superiori americane. Per tutta risposta la Atwood ha dichiarato più volte di non essersi inventata nulla: ogni singolo sopruso raccontato nel libro ha la sua verità storica. Le pratiche barbare che vengono descritte sono davvero state messe in atto contro le donne, in vari periodi storici, alcuni non molto lontani dal nostro.

Negli anni questo libro è diventato un simbolo giustificato della lotta femminista, bandiera di alcuni movimenti di protesta a sostegno dei diritti delle donne ma, durante recenti interviste, il cast della serie tv ha deciso di allontanarsi da questa etichetta. Infatti proprio la protagonista Elisabeth Moss ha dichiarato: “Non è una storia femminista ma una storia umana. Non ho mai voluto interpretare Difred da femminista: è una donna, è umana. Non mi approccio mai a nulla con nessuna intenzione politica“.

Molti altri volti noti hanno preso parte alla serie che, già dal tailer, si preannuncia un vero cult.